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Immagine del redattoreParaibadiscovery

Da Jericoacoara ai Lençois Maranhenses








Il Rio Parnaiba nasce nella Serra da Tabatinga che tocca gli Stati di Piauí , Bahia, Maranhão e Tocantins aprendosi in una miriade di bracci che occupano un’area di 2.700 Kmq posta a cavallo degli Stati di Piauí e Maranhao. Il Delta del Parnaiba costituisce il terzo maggior incontro tra acque dolci e acque salate di tutto il mondo e forma un paesaggio sorprendente con vaste aree di mangrovie, litorali disseminati di zone desertiche coperte da dune fantastiche e popolati da migliaia di specie animali.

Il Delta del Parnaiba non è propriamente un parco ma qui più che in altre zone protette si può ancora vedere un angolo di Brasile quasi inesplorato.

Il percorso che andremo a descrivere di seguito parte dalle spiagge di Jericoacoara nel Ceará e attraversa le zone selvagge del Delta per terminare a Barreirinhas nel Maranhão, vi troverete a percorrere chilometri di spiaggia su veloci buggy, attraversando foci di fiumi su zattere di tronchi. Percorrerete il Delta sui lenti battelli fluviali passando le ore al ritmo della natura in un susseguirsi di emozioni straordinarie, un’esperienza che offre tra l’atro l’opportunità di conoscere il modo di vita degli abitanti di questa sperduta regione del Brasile.

Per compiere l’intero itinerario sono necessari almeno tre giorni, da ricordare: il battello che passando per i vari bracci del Delta, porta da Parnaiba a Tutóia parte solamente il giovedì, inoltre alcune località lungo il percorso, come per esempio l’isola di Caju o le spiagge nei dintorni di Tutóia, meritano sicuramente una visita che potrà trattenervi qualche giorno in più.













1° giorno da Jericoacoara a Parnaiba sfrecciando sulla sabbia con il buggy

Per iniziare questo viaggio avventuroso è necessario contrattare un buggy da uno dei tanti bugueiros presso il villaggio di Jerico, si può strappare un passaggio fino al traghetto sul Rio Coreaú di fronte alla città di Camocim il buggy è il mezzo di locomozione principale a Jerico e da quando è arrivato il turismo molti abitanti del villaggio hanno smesso i panni dei pescatori per dedicarsi a questa nuova attività. Dato il carattere festoso dei Brasiliani e il loro amore per la musica è facile salendo sul piccolo fuoristrada trovare i vostri posti occupati da un’enorme cassa acustica. Non domandate dove dovete sedervi perché quella cassa sarà il vostro sedile, sfreccerete per chilometri sulla spiaggia con la musica a tutto volume e le vibrazioni di 200 watt che vi percorrono il corpo sarà un’esperienza indimenticabile.

Il primo tratto del percorso si svolge seguendo il litorale fino a Guriú un piccolo villaggio a 10 Km da Jerico, poco prima del villaggio il vostro buggy verrà caricato su una balsa, una grande zattera fatta di grossi tronchi di bambù, due ragazzini magri e bruciati dal sole vi traghetteranno sulla sponda opposta spingendo il bastimento con lunghe pertiche, una volta dall’altra parte potete fare un breve sosta a Guriú, (ricordatevi di inserire questa sosta nelle vostre trattative con il conducente altrimenti vi sarà giustamente richiesto un extra per la sosta).

Si prosegue poi alla volta di Nova Tatajuba un altro villaggio di pescatori ricostruito poco distante dalle rovine della Velha Tatajuba che venne completamente seppellita dalle dune, Praia Tatajuba mantiene il suo fascino naturale intatto. Si giunge infine sulle sponde del Rio Coreaú dove si lascia il buggy. Sulla sponda opposta del fiume si vedono le costruzioni coloniali di Camocim intorno alte dune di sabbia e il relitto di un peschereccio. Potete aspettare la piccola imbarcazione che vi porterà dall’altra parte del fiume sorseggiando una birra fresca in uno dei bar vicini al punto di attracco.

La storia di Camocin inizia nel 1656 con la costruzione di un forte come avamposto nella terra abitata dagli indios Tabajara, in seguito alla colonizzazione della regione nacque la città di Barra do Camocin, nel 1880 la città fu interessata dal progetto di una ferrovia che doveva unirla a Sobral il progetto fu abbandonato improvvisamente nel 1905.

I dintorni della città offrono diversi punti d’interesse come l’estuario del Rio Coreaú con mangrovie dove vivono granchi e uccelli. Sul fiume di fronte alla città si trova l’Ilha da Testa Branca o Isola dell’Amore con belle spiagge fluviali e dune. Nei bar sulla spiaggia principale si cucinano gli ottimi granchi pescati tra le mangrovie.

A ovest della città sono localizzate diverse spiagge con alte dune, tra le più belle Praia Carúbas (12 Km), Praia Maceió (15 km) con acque limpide e una serie di dune che la separano dalla vicina Lagoa Boqueirão infine Praia Nova raggiungibile dalla cittadina di Barroqiunha (20 Km), praticamente deserta con sentieri che raggiungono la splendida Lagõa dos Remedios.

Per ripartire da Camocin dovrete ingegnarvi per trovare un mezzo di trasporto che vi porti a Parnaiba, se siete fortunati e arrivate nel giorno di mercato è possibile che troviate dei minibus che vanno a Barroquinha o a Chaval, due località che si trovano sulla BR 402 nei pressi del confine di stato con il Piauí da dove poi potrete proseguire fino a Parnaiba.

La cittadina è localizzata al margine orientale della grande area alluvionale del delta del Rio Parnaiba che racchiude un vasto sistema di bracci fluviali formanti una settantina di isole di varie dimensioni.

La storia della città ruota intorno alla sua importanza di porto fluviale ed inizia nel 1669 con l’arrivo dei primi colonizzatori guidati da Leonardo de Sá. In virtù dell’opera di disboscamento compiuta nella regione i pionieri vennero ricompensati dalla Corona Portoghese con il lascito di un vasto appezzamento di terreno sul quale si stabilirono.

Nel 1758 il Portoghese Domingo Dias da Silva installò qui un magazzino per l’essiccazione della carne e cominciò ad utilizzare il fiume come via commerciale, nacque così il primo nucleo del Porto das Barcas.

La crescente attività del porto richiamò sempre più mano d’opera ed intorno ad esso cominciò a svilupparsi la città che raggiunse l’apice del suo sviluppo a metà del 1800.

All’inizio del XX secolo la tendenza si invertì così, complici la crisi commerciale e l’insabbiamento del porto, le fortune di Parnaiba cominciarono a decadere il porto fu abbandonato e la città rimase isolata dal resto del paese.

Oggi la città ha riacquistato parte del suo vecchio smalto grazie ad una economia rigenerata e sta tentando di rivalutare i suoi edifici storici con una lenta ma continua opera di restauro. Oltre ad alcune dimore storiche del centro è stata recuperata una cospicua parte del vecchio porto dove adesso trovano posto negozi locali ed un centro culturale e dove si svolge la scarsa vita notturna della città.

Da Parnaiba si possono raggiungere con facilità le belle ma affollate spiagge situate a nord della città satellite di Luis Corriera, tra queste ricordiamo Praia Manapá, posta alla foce del Rio Camurupia e Praia Hoquí con belle dune alte fino a 30 Mt.

A nord della città si trova invece la selvaggia spiaggia di Pedra do Sal, una lingua di sabbia che termina con una scogliera formata da enormi massi tondeggianti battuti dalle onde dell’oceano, questa zona è frequentata dai surfisti.

Parnaiba merita sicuramente una sosta di uno o più giorni non tanto per le sue spiagge, quanto per esplorare le isole del Delta. In città ci sono diverse agenzie che vendono tour con diversi tipi di destinazione tutti molto interessanti.

Se il tempo a vostra disposizione si limita ad una sola giornata potete acquistare uno dei pacchetti che comprendono le visite a Ilha das Canarias e Ilha Grande de Santa Isabel, si tratta di escursioni su barche di varie dimensioni che partono dal Porto das Barcas o dal porto della cittadina di Tatus pochi chilometri a nord di Parnaiba.

L’escursione a Ilha Grande de Santa Isabel è sicuramente la più affascinante e segue la costa occidentale dell’isola lungo una ramificazione principale fino a raggiungere Ilha dos Poldros dove si cambia direzione inoltrandosi in uno stretto braccio secondario e tra mangrovie e fitta vegetazione arriva in prossimità dell’oceano, qui la barca ormeggia e fa scendere i passeggeri.

Si stenta a credere che possano esistere ancora luoghi di una bellezza così selvaggia, il paesaggio circostante racchiude la sintesi della transizione di due ambienti completamente differenti, da una parte il fiume con il lento scorrere delle sue acque e l’odore intenso e penetrante del limo e dall’altra il mare con il fragore delle onde e la salsedine che penetra la pelle in mezzo una stretta lingua di terra coperta da dune bianchissime.

Verso l’interno dell’isola le dune si moltiplicano fino a formare un vero e proprio deserto, durante la stagione delle piogge le depressioni tra una duna e l’altra si riempiono d’acqua formando lagune di acqua dolce e cristallina che ospitano diverse specie di uccelli.

La barca rientra al tramonto regalando l’ultimo indimenticabile spettacolo.

Questo tour dura generalmente 8/9 ore con un costo che varia tra i R$ 40/50, utilizzando barche da più di 30 posti e comprende generalmente anche il pranzo che nella migliore tradizione del delta consiste in una fantastica abbuffata di granchi.

Per info vedere a fine capitolo.

Se il vostro tempo vi permette di passare a Parnaiba qualche giorno in più, ma soprattutto se non siete in ristrettezze economiche, allora Ilha do Cajú è sicuramente la vostra meta.

L’isola è una delle più grandi del Delta ed è un vero e proprio santuario ecologico dove vivono centinaia di specie di uccelli, non è difficile avvistare tucani dal becco variopinto o decine di ibis scarlatti che si radunano al tramonto tingendo di rosso le cime degli alberi.

Cajú appartiene da più di un secolo ad una famiglia inglese, i Clarck, che hanno trasformato l’intera proprietà in una riserva privata del patrimonio naturale ed ospitano i visitatori nella propria casa, un’antica fazenda riadattata a pousada.

Unico modo per raggiungerla è con la barca con un viaggio di tre ore e mezza in gaiola, la tipica barca usata dagli abitanti del Delta, o due ore con la lancia veloce, una volta sul posto ci si può dedicare a varie attività organizzate dai proprietari come gite in barca, cavalcate e trekking.

Tenete presente che questo è un posto assai esclusivo rispetto ai normali parametri brasiliani, ma se ve lo potete permettere, vale la pena passarci almeno un paio di giorni perché solo qui avrete la possibilità di osservare tutti e cinque gli ecosistemi, completi e praticamente incontaminati, che caratterizzano il Delta del Parnaiba concentrati in uno spazio relativamente ridotto.













2° giorno da Parnaiba a Tutóia seguendo il Delta

Questa parte dell’itinerario si svolge completamente sul fiume e percorre il braccio principale del delta in un continuo variare di scenari naturali d'incomparabile bellezza.

Il battello di linea che fa la spola tra Parnaiba e Tutóia è un vecchio ma robusto barcone di legno su due piani dipinto a righe bianche e verdi, si trova ormeggiato nella parte non restaurata del Porto das Barcas, il capitano ed il suo secondo sono due persone cordiali e simpatiche che accolgono i pochi passeggeri stendendo loro delle comode amache sul ponte di coperta, data la lentezza con cui si viaggia sul fiume e la costruzione di nuove strade che collegano Parnaiba al resto del paese gli abitanti della regione utilizzano il battello quasi esclusivamente per spedire merci è quindi molto facile che farete questo viaggio in compagnia di pochissime persone.

Il barcone salpa intorno alle 10,30, inizialmente il paesaggio è formato da tratti di foresta che si alternano a vasti pascoli, in corrispondenza dei villaggi le sponde si animano di vita, gruppi di donne lavano i panni sbattendoli con forza su grosse pietre, i bambini si tuffano gridando dai moli di legno costruiti in corrispondenza delle case gli uomini pescano lasciandosi trasportare dalla corrente sulle loro gaiolas, man mano che ci si allontana da Parnaiba la regione si fa sempre più selvaggia e disabitata e ben presto la natura prende il completo sopravvento, da questo momento il Delta assume il suo aspetto originario, lo stesso che vide il navigatore Nicolau de Rezende che per primo solcò queste acque più di quattrocento anni fa. Durante una spedizione, la nave del Portoghese che pare trasportasse un immenso tesoro, affondò nei pressi del Delta, Rezende si salvò dal naufragio e tornò tempo dopo a cercare il carico perduto, passò sedici anni della sua vita a scandagliare i bracci del delta senza successo ma alla fine rimase talmente affascinato da questi luoghi che un giorno esclamò forse con un pizzico di autoironia “questo paradiso non resisterà al passaggio dei prossimi esploratori quando questi capiranno il vero tesoro che nasconde”.

Fortunatamente quel tesoro è ancora qui intatto con i suoi alberi, le mangrovie, le alte dune bianche all’orizzonte i suoi villaggi isolati dove l’arrivo del battello viene salutato come un evento, la gente si raggruppa al molo, chi scarica grossi pacchi avvolti in carta da giornale chi cerca di caricare a fatica una vecchia moto e chi semplicemente è qui per curiosare perché questo è l’unico momento in cui succede qualcosa che rompe la pace quotidiana e sposta le lancette di un orologio che altrimenti non si muovono mai.

Poco prima di arrivare al villaggio di Carnaubeiras, ultimo scalo del viaggio, il paesaggio cambia radicalmente la vegetazione bassa e le dune lasciano il posto alla foresta vergine, il cielo che prima sovrastava ogni cosa si riduce ad una sottile striscia blu chiusa tra due linee impenetrabili di alberi alti fino a 30 metri il silenzio viene rotto di tanto in tanto dagli urli dei macachi, il battello passa in prossimità dell’isola di Cajù, doppiata la quale, il fiume si allarga le sue sponde diventano linee quasi indistinguibili, all’orizzonte ultimo avamposto umano prima della vastità dell’oceano s’intravedono i primi edifici di Tutóia.

Termina così la meravigliosa traversata del Delta del Parnaiba, il viaggio ha una durata teorica di otto ore ma non vanno esclusi possibili contrattempi che possono allungare anche di molto questo tempo.

La navigazione sul Delta è soggetta alle maree, inoltre il fondale è disseminato da banchi di sabbia che mettono a dura prova le capacità dell’equipaggio. Quando abbiamo compiuto noi la traversata il battello si incagliò in uno di questi banchi, a nulla sono valsi gli sforzi di tutti di scendere per provare a disincagliarlo, dovemmo rassegnarci e aspettare quasi quattro ore che la marea tornasse a salire e ci liberasse.

Quando arrivammo a Tutóia erano passate dodici ore dalla partenza ed era già notte.

Tutóia è posta ai margini dell’ampia zona desertica che, partendo da qui si estende ad ovest per diversi chilometri formando l’area protetta di Pequenhos Lençoís e il Parco Nazionale di Lençoís Maranhenses, isolata dal resto del mondo ha l’aspetto di una città di frontiera con poche case battute dal sole che si affacciano su strade ricoperte di sabbia, i dintorni offrono solo alcune spiagge battute da forti onde il che scoraggerà anche i più curiosi dal fermarsi più del tempo strettamente necessario. Esistono solo tre modi per arrivare e andarsene da qui, il primo è il battello già citato, il secondo la statale MA 034 e l’ultimo è la strada sterrata che arriva al villaggio di Paulino Neves, quest’ultimo è di fatto un punto morto sulla costa senza una via d’uscita ma è proprio qui che il nostro itinerario si dirigerà.


















3° giorno da Tutóia a Barreirinhas attraverso il deserto di dune

L’obiettivo principale di questa tappa è lasciare Tutóia alla volta del villaggio di Paulino Neves situato a 35 km più ad ovest, per fare ciò è necessario armarsi di un po’ di pazienza perché trovare un mezzo 4x4 (unico modo per muoversi) non è cosa semplice.

I trasporti che lasciano Tutóia partono tutti dalla Praça Tremembés è possibile che si debba aspettare anche più di un’ora affinché il pick-up si riempia, prima di partire è comunque importante informarsi di qual è il primo mezzo diretto a Paulino e farsi riconoscere dall’autista. Il tratto di 35 km di sterrato in pessime condizioni viene coperto in circa 1 ora e ½. Paulino Neves è un grazioso villaggio con poche case basse costruite all’ombra di un’oasi in pieno deserto, un paio di pousadas e qualche piccola agenzia che organizza escursioni in fuori strada. Possibile chiedere alle agenzie un passaggio fino al villaggio di Caburé distante da qui circa 25 km seguendo una pista sulla costa. Contrattate bene il prezzo perché è possibile che siate gli unici turisti presenti in città cosa che vi lascerà un vantaggio sulla trattativa.

Il viaggio verso Caburè è un tuffo nella natura selvaggia di questa regione, la jeep esce dalla piccola oasi verde del villaggio per inoltrarsi tra alte dune bianche, per alcuni kmsi segue una pista a mala pena visibile in direzione nord fino a raggiungere una sella formata da due alte dune dove il panorama si apre a 360° mostrandosi in tutta la sua bellezza. Davanti il lungo litorale composto da un’interminabile striscia di sabbia che si perde all’orizzonte, dietro una distesa di dune i cui dolci profili si alternano per chilometri formando l’area desertica chiamata Pequenhos Lençóis un primo assaggio del più grande Parco di Lençóis Maranhenses.

Da questo punto la jeep percorre un’immensa spiaggia deserta per una quindicina di chilometri tra oceano e dune fino a giungere a Caburè. Il villaggio è costituito da una serie di villaggi di pescatori e un paio di pousadas costruite su di una sottile striscia di sabbia tra l’oceano e l’ultima ansa del Rio Preguiças, se si ha tempo è sicuramente piacevole fermarsi almeno un giorno. Al piccolo porticciolo sul fiume si possono trovare veloci lance che ne risalgono il corso arrivando fino a Barreirinhas. Finisce qui questa magnifica traversata che seguendo la costa per circa 250 km e toccando tre stati diversi dà la possibilità di visitare alcune delle zone più selvagge e remote del Nordest Brasiliano.












Parque National de Lençois Maranhenses

Chiamato anche il Sahara Brasiliano è l’unico deserto del Brasile. La differenza e la particolarità che distingue il deserto di Lençois dagli altri deserti è che qui piove e la pioggia crea in mezzo alle bianche dune migliaia di minuscoli laghi cristallini verdi e azzurri dando vita ad un paesaggio ineguagliabile; tante oasi naturali.

Fino agli anni ottanta Lençois Maranhenses era conosciuto solo ai pescatori dei piccoli villaggi nella zona e agli indios, non aveva una via d’accesso praticabile e la natura selvaggia fatta di foreste, paludi e corsi d’acqua lo rendeva inacessibile.

Il nome Lençois significa lenzuola ed è nato con la scoperta della zona. L’avvistamento avvenne per caso: i piloti di aerei sulla rotta Belém-Fortaleza videro il paesaggio dall’alto che improvvisamente mutava andando dal verde della foresta ad un bianco e luminoso territorio lunare. Dall’aereo sembrava una distesa infinita di lenzuola. Tutti si chiedevano cosa fosse quella landa desertica nel verde cuore Brasiliano.

Finalmente fu allargata la strada che porta a Barreirinhas e creato un piccolo aeroporto dando la possibilità di vedere da vicino questo territorio che nessuno aveva ancora nè desctritto nè fotografato.

Il Parco è stato istituito nel 1981 e ricopre un’area di 155.000 ettari di dune di bianca e soffice sabbia di silicio che raggiungono anche i 40 mt, un habitat in continua mutazione a causa del vento e delle correnti marine che spingono enormi masse di sabbia le une sulle altre.

Attrae turisti da tutto il mondo, ma il periodo migliore per visitarlo è da luglio a dicembre quando le lagune sono piene di acqua e il sole brilla tutto il giorno.

Situato nel litorale orientale del Maranão ha come principale porta d’ingresso la piccola città di Barreirinhas che è affacciata sul Rio Preguiças e serve come appoggio ai visitatori. Le infrastrutture sono ad ottimo livello e si trovano anche guide o agenzie che effettuano la visita del parco. Nei dintorni incontrerete alloggi anche nei villaggi di Atins, Mandacaru e Caburé. Atins è un bel villaggio di pescatori in mezzo alle palme dove si possono fare scorpacciate di pesce e gamberoni, base di partenza per trekking nel deserto; Mandacaru ha un faro alto una cinquantina di metri dal quale si ha una bella vista sul parco; Caburè si trova alla fine del Rio in prossimità dell’Oceano è un oasi di pace indescrivibile con ottimi ristoranti e belle pousadas, un buon punto per un bel bagno sia nel mare che nel fiume. Il Parco merita almeno tre giorni di sosta.

Escursioni

Aereo

Tutti i giorni si organizzano voli sulle dune, il costo medio è di R$ 150. Occorre raggiungere un numero minimo di sei persone. Merita assolutamente perchè è il modo migliore per vedere tutte le lagune colorate ed è l’unico modo per avere un’idea dei lenzuoli.

Aeroclube de Barreirinhas

Tel. 98-96042037

Fábio Buhatem, un buon pilota.

Jeep

Quasi tutte le agenzie si trovano nella Rua Joaquim Soeiro de Carvalho e tutte fanno i medesimi itinerari quindi i prezzi non variano molto da una all’altra. I mezzi utilizzati sono a nolo e capita spesso che se i clienti sono scarsi facciano un’unica spedizione.

Il costo è sulla media di R$ 35 per persona.

Portatevi molta acqua e un cappello, ricordatevi che siete nel deserto !

Decidendo di effettuare l’escursione al pomeriggio non sarete sotto il sole cocente in orari impossibili inoltre i tour sono meno frequentati e potrete vedere dei bellissimi tramonti in cima alle dune.

Le oasi più battute sono quelle di Lagoa Bonita, Lagoa de Peixe, Lagoa Azul, Lagoa da Lua e Lagoa Esperança. Tutte sono bellissime e balneabili ma non tutte sono visibili perché in periodi di secca spariscono, dovete informarvi presso l’agenzia, le guide conoscono molto bene la zona.

Il tragitto in macchina dura circa un’ora tra mangrovie e arbusti fino ad un’alta duna. Qui si continua a piedi per una buona mezzora in mezzo a dune bianchissime arrivando alle lagune dove fare un bel bagno, le colorazioni dai toni verdi o azzurri con acque limpidissime creano un fantastico scenario. Pur essendo zona desertica non mancano gli incontri con varie specie di animali come roditori (paca/agouti), cervi (veado mateiro/ artiodactyla) tartarughe marine e granchi; inoltre le lagune sono popolate di pesci e uccelli migratori come il piovanello (maçarico/scolopacidae) o vari tipi di anatre (marreca de asa azul/anatidae).

Barca

Dal lungofiume partono diverse imbarcazioni basta contrattare il prezzo la sera prima (sui R$ 120 per persona), solitamente i tour portano o a Mandacarú o a Caburé, alcuni possono arrivare fino ad Atins.

Il tragitto è in mezzo alle dune, alle mangrovie e alle palme di buriti (o buruti) con panorami unici. Viene effettuata una sosta con passeggiata sulle dune chiamate di Pequenos Lençois nei pressi di un piccolo villaggio di pescatori, Vassouras, dove si può bere una bibita fresca e mangiare qualcosa, da provare la tiquira, bibita tipica a base di mandioca (tubero dolce).

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