Picuì è solo un puntino insignificante nella cartina del Paraiba, una piccola e sonnolenta cittadina situata nel bel mezzo del Sertao paraibano, nulla farebbe pensare che un luogo così sperduto possa avere qualche motivo di interesse turistico, ma il bello del Paraiba è proprio l'imprevedibilità e le sorprese che i suoi luoghi a volte regalano. Capita così di imbattersi in posti come questo, a me è successe per puro caso attraversando la regione per andare da Campina Grande, seconda città del paraiba per importanza, a Natal, capitale del Rio Grande do Norte. Il viaggio imponeva una sosta per dormire e l'unica opzione possibile nel raggio di 100 km. era proprio Picuì; così trovai una pousada molto semplice ma pulita dove passare la notte ed un ristorantino che sfoggiava orgogliosamente l'insegna sulla strada con la scritta "a melhor carne do sol do Brasil". Mi sedetti al tavolo ed un giovane cameriere si avvicinò quasi timidamente per prendere l'ordinazione. Chiesi cosa avesse di speciale la loro carne do sol ( è bene spiegare che si tratta di una carne bovina che viene esposta in locali privi di umidità per essiccare lentamente), il garçon mi guardò con una nota di disappunto ed ingoiando saliva, ancora intimidito dal mio aspetto da gringo, mi rispose che Picuì è famosa per il festival della carne di sol che si tiene tutti gli anni ed il ristorante è rinomato in tutta la regione. Ordinai una porzione di carne all'istante ed il ragazzo si precipitò sorridente verso la cucina aprendo con tutta la sua forza la porta saloon. Una volta sciolto il ghiaccio il cameriere si fermò a chicchierare raccontandomi che in città esiste una guida che conosce i percorsi della regione e mi potrebbe accompagnare anche all'interno delle vecchie miniere di turmalina oggi in disuso, mi diede il telefono della guida pagai il conto ed andai a dormire.
Il giorno seguente, fatte le telefonate necessarie mi trovavo sul pick up di Rogerio pronto ad esplorare il Sertao e le sue meraviglie segrete.. Passai due giorni con Rogerio che mi accompagnò lungo i percorsi della regione sertaneja dove si ha sempre la sensazione di essere gli unici esseri umani sulla terra, a far svanire questo stato d'animo di solitudine ecco apparire di tanto in tanto una piccola casa con la sua cisterna conica bianca dove si raccoglie l'acqua piovana durante i pochi giorni di pioggia dell'anno. Elemento prezioso l'acqua nel Sertao, l'acqua che manca per mesi e quando fa la sua comparsa trasforma in pochi attimi il deserto in un giardino fiorito, questa è una delle meraviglie che la natura, tanto aspra ma così fenomenale, riesce a dispensare con tanta saggezza. Picuì è entrata nelle cronache grazie alla scoperta di una vena di turmalina, una pietra dura che in questa regione assume caratteristiche di colorazione e purezza straordinaria, tanto da trasformarla in una delle pietre più pregiate esistenti, con valutazioni eccezionali sui mercati internazionali.le miniere di turmalina paraiba si trovano in cima ad un altipiano che domina la città ed è possibile visitarne un breve tratto, Rogerio ha lavorato per anni nelle miniere quindi per lui non ci sono segreti qui e allora si mette a raccontare la sua esperienza di Garimpeiro (minatore) e mi mostra ogni piccola vena di pietra dura della miniera, turmalina non se ne trova più, mi dice, ma ci sono grandi miniere a cielo aperto di quarzo e si offre di portarmi a visitarle il giorno successivo assieme alla riserva naturale di Olho Dágua das Onças, un"area protetta di flora locale ed al sito archeologico di Cachoeira do Pedro dove si trovano una serie di bassorilievi preistorici scolpiti nelle rocce di un canyon. Accediamo al canyon passando attraverso un terreno privato dove ci accoglie dona Zuleide ed i suoi cani, una banda di bastardini simpatici e chiassosi, scendiamo lungo una parete scoscesa di roccia che si incanale tra due pareti, quando arriviamo in fondo mi rendo conto che siamo al centro di un piccolo anfiteatro di massi arrotondati ammucchiati uno sull'altro come se una forza straordinaria li avesse staccati dal suolo per poi farli ricadere in modo disordinato e casuale. Un rumore di sottofondo attira la mia attenzione, è il gorgoglio dell'acqua ci un torrente che passa attraverso le cavità ed i piccoli tunnel creati dalle rocce, poi, quando gli occhi si sono abituati all'oscurità comincio a distinguere i rilievi sui massi, sono simboli e glifi indecifrabili a decine alcuni ben visibili altri più consumati dal tempo e dall'acqua ed allora mi rendo conto che questo doveva essere un luogo sacro per gli antichi abitanti del posto una sorta di Stonehenge dei nativi amerindi, un luogo che trasuda misticismo, un luogo di grande fascino che da solo merita la fatica di arrivare fino a questa terra arida e dura, ma che nasconde gemme di valore inestimabile. Esplorare la regione di Picuì si è rivelata un'esperienza fantastica e i due giorni passati con Rogerio che mi ha accompagnato lungo i sentieri della regione sertaneja dove si ha sempre la sensazione di essere gli unici esseri umani sulla terra, a far svanire questo stato d'animo di solitudine ecco apparire di tanto in tanto una piccola casa con la sua cisterna conica bianca dove si raccoglie l'acqua piovana durante i pochi giorni di pioggia dell'anno. ti con Rogerio mi lasciarono un ricordo indelebile nella memoria, ancora oggi quando addento un pezzo di cane do sol penso a Picuì e ed alla turmalina, ma sopratutto a quanto fosse buona la sua carne do sol.
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