La storia della città comincia con la nascita degli originali insediamenti di cercatori d’oro, le prime notizie della presenza del prezioso metallo arrivarono dalla spedizione guidata dal bandeirante paulista Antônio Dias de Oliveira che nel 1698 scoprì alcuni giacimenti nei pressi del Pico do Itacolomi, nome con il quale gli Indios locali chiamavano uno sperone roccioso che dominava la regione.
A partire da quel momento la valle iniziò a popolarsi e cominciarono a nascere i primi insediamenti; il gran numero di persone stanziatesi nella regione e la totale assenza di un’economia di sussistenza parallela spinsero ben presto molti minatori a tornare sui loro passi oppressi dalla fame e dalle malattie, provocarono un temporaneo stallo nella colonizzazione del territorio, ma negli anni successivi si verificò una seconda ondata migratoria proveniente dai territori di Bahia, del Pernambuco e dal Portogallo.
L’arrivo di questi forestieri creò quasi immediatamente delle tensioni fra questi ultimi ed i primi colonizzatori, quasi tutti d’origine paulista, tali tensioni sfociarono nella Guerra dos Emboabas.
Il conflitto, durato due anni, si risolse con la sconfitta dei paulisti sopraffatti dai forestieri sotto la guida del commerciante portoghese Manuel Nunes Viana.
Il nuovo assetto amministrativo dei territori incoraggiò l’arrivo di nuovi pionieri e ben presto i piccoli avamposti costruiti all’ombra dell’Itacolomi si fusero per dar vita alla città di Vila Rica. Era il 1711, quando il governatore Antônio de Albuquerque Coelho de Carvalho decretò la nascita dell’abitato di Vila Rica.
Le tasse imposte dalla Corona crearono ben presto le basi per una diffusa protesta che sfociò poi nella rivolta chiamata Sedição de Vila Rica sedata dalle truppe del Conde de Assumar, Governatore della Capitania, insediato nella vicina Mariana.
Placati gli animi fra il 1730 ed il 1760, la produzione aurifera della regione di Vila Rica raggiunse il suo apice e la città prosperò arricchendosi di magnifici edifici e diventando uno dei centri più importanti della regione aurifera del Minas.
Nel 1763 si cominciarono ad avvertire i primi segnali di esaurimento delle vene aurifere e si riaffacciò il malcontento: questa volta la protesta assunse i connotati di una vera e propria congiura, guidata dalla borghesia locale nacque il Movimento dos Inconfidêntes. L’epilogo fu il tradimento perpetrato da Joaquim Silvéiro dos Reis, uno dei membri della congiura, nei confronti dei suoi compagni e la conseguente condanna a morte dell’eroe dell’Inconfidência, Tiradentes, la cui testa fu esposta, come monito, nella piazza di Ouro Preto che oggi porta il suo nome.
La decadenza che investì il Minas nel XIX secolo, non intaccò il prestigio della città che nel 1823, venne nominata capitale della provincia e ribattezzata Imperial Cidade de Ouro Preto. La nuova capitale accolse le sedi amministrative e politiche dello Stato e si arricchì delle più prestigiose università tra le quali quella di farmacia, la prima dell’America Latina.
Il 1897 fu l’anno che decretò l’atto finale dello splendore di Ouro Preto, la neonata città di Belo Horizonte le strappò lo status di capitale e la città si svuotò di buona parte dei suoi abitanti lasciando solo le chiese ed i palazzi a testimonianza degli antichi fasti.
Nel 1924 un gruppo di intellettuali paulisti si mise in viaggio con la missione di rivalutare le antiche radici della cultura e dell’arte coloniale andate dimenticate dopo la dichiarazione d’indipendenza: la riscoperta dell’arte barocca e il grande interesse che suscitarono le opere di Alejadinho e degli altri grandi artisti del periodo coloniale trasformarono ben presto Ouro Preto nel simbolo del nuovo movimento artistico, portarondola nel 1980 alla nomina di Patrimonio Culturale dell’Umanità sotto la tutela dell’Unesco.
L’amministrazione della provincia mineraria
Dal primo momento in cui fu chiara la grande ricchezza che si celava nei fiumi e nel sottosuolo della provincia del Minas la preoccupazione principale della Corona Portoghese fu quella di mantenerne l’assoluto controllo.
I primi scopritori paulisti avevano preso possesso di quelle terre e non avevano nessuna intenzione di spartirne le ricchezze, tantomeno con il Re del Portogallo, fu proprio Lisbona, in un primo momento, ad incoraggiare l’arrivo nel Minas di nuovi coloni provenienti principalmente dal Portogallo, questo creò le rivalità che furono alla base della Guerra degli Emboabas, che terminò con la cacciata della maggior parte dei paulisti.
In seguito a quei fatti Lisbona impose la tassa chiamata Quinto do Ouro che imponeva il versamento di un quinto dell’oro estratto nelle casse dello Stato e per evitare che anche un solo grammo del prezioso metallo andasse perduto impose che solo chi era direttamente autorizzato dalla Corona potesse estrarre l’oro istituendo la figura del Contratador, una sorta di concessionario di zona con diritto esclusivo sulle ricerche del metallo.
La Corona impose uno stretto controllo sulla provincia per evitare che la notizia di tante ricchezze trapelasse furono prese misure eccezionali, le mappe della Estrada Real vennero custodite sotto chiave, i libri scritti dai primi geografi e storici giunti in quelle terre furono censurati, ma la misura più eccezionale fu il divieto della presenza degli Ordini religiosi motivata da diversi fattori, fra questi la paura che parte dell’oro estratto venisse utilizzato per la creazione di opere religiose non soggette alla tassazione, ma anche per evitare che l’opera di catechizzazione dei missionari portasse all’emancipazione degli Indios togliendo possibile mano d’opera al lavoro d’estrazione e fomentando ribellioni.
Architettura religiosa e lotta fra Confraternite
Il divieto fatto agli Ordini religiosi di stabilire le proprie sedi nel Minas fece nascere il fenomeno delle Irmandades, le confraternite legate al culto dei vari Santi il fenomeno fu uno dei pochi momenti in cui le popolazioni non di razza bianca trovarono un proprio spazio d’aggregazione. Grazie, per esempio, alla nascita di Confraternite come quella di Nossa Senhora das Mercês, gli schiavi neri poterono fondere la loro religione con il Cattolicesimo gettando le basi per il Sincretismo che divenne, in seguito, una delle peculiarità della religione Brasiliana.
Le Irmandades furono oltremodo il veicolo principale dello sviluppo urbanistico nel Minas Gerais, promuovendo la costruzione dei principali edifici religiosi e alimentando un grande movimento artistico, culturale e sociale.
L’architettura religiosa si divideva, principalmente, nella costruzione di due tipi di edifici, la Matriz, ovvero il tempio principale della città, e l’Igreja de Ordem Terceira e Irmandade legate al culto dei singoli Santi.
Inizialmente le Irmandades, o Confraternite, possedevano una cappella o un altare secondario all’interno della Matriz, gli abitanti delle città aderivano a questa o quella confraternita finanziandone le spese di sussistenza; il finanziamento delle opere contribuiva alla crescita d’importanza della confraternita nel panorama cittadino, ma anche alla crescita d’importanza di colui che finanziava all’interno della confraternita e di conseguenza all’interno della società. La costante crescita di popolazione e la ricerca di nuovi spazi sociali portò alla nascita di nuove confraternite in continua competizione, ben presto le confraternite cominciarono a costruire le proprie chiese assumendo architetti ed artisti famosi per erigere l’edificio più bello e per decorarlo nel modo più sontuoso.
La competizione si allargò anche alle feste religiose: così si gareggiava a chi organizzava la processione più bella e con più partecipazione di folla, si discuteva sul percorso delle processioni come sulle zone d’influenza che le singole Confraternite avevano nella topografia cittadina. La “guerra delle Confraternite” sfociò in un trionfo dell’arte Barocca, arte che in Minas assunse connotati propri. La distanza dal litorale e la difficoltà d’importazione di materiali e di nuove tecniche determinò la nascita di un’arte marcata da un forte regionalismo che diede vita a forme espressive tipiche come le figure di Alejadinho. Nel corso di questo nuovo fenomeno, grande importanza ebbe proprio il particolare rapporto tra il singolo individuo e la confraternita a cui egli apparteneva, che portò alla nascita di un nuovo stile di vita oltre che di un nuovo movimento artistico, poi riconociuto ufficialmente nella storia dell’arte come Barocco Mineiro.
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