Nel 2001 il confine tra Laos e Yunnan, regione della Cina meridionale, aveva appena aperto i suoi cancelli al passaggio di turisti stranieri. L’obiettivo del nostro viaggio nello Yunnan era conoscere e fotografare le minoranze etniche della regione. Dopo aver raggiunto il confine viaggiando di notte nella giungla e sotto una pioggia battente su un autobus scassato abbiamo dormito in una baracca sul lato laotiano del confine. Il giorno seguente di siamo preparati per entrare in Cina, sapevamo che questa frontiera, appena aperta agli stranieri, non era ancora attrezzata con infrastrutture e la conferma arriva immediatamente.
Per raggiungere il posto di dogana cinese siamo infatti costretti a camminare per tre km. su una strada fangosa zaini in spalla in terra di nessuno. Quando arriviamo al controllo passaporti siamo un po’ preoccupati dell’accoglienza dei doganieri, i nostri visti e passaporti sono a posto, ma ci viene il dubbio che i doganieri non conoscano bene i documenti, del resto siamo veramente tra i primi a varcare questa frontiera e tutto può succedere. Entriamo così nella casa che ospita l’ufficio dei poliziotti e consegnamo i nostri passaporti ad uno di loro. Nessuno parla altra lingua che non sia il Cinese, il poliziotto prende i passaporti li apre li osserva con aria seria, poi ci guarda per alcuni secondi ed improvvisamente la sua espressione cupa si trasformale labbra serrate si aprono in un sorriso che mette in mostra una dentatura un po’ trascurata. L’uomo ci dice qualcosa che non capiamo, ma che suona come un benvenuto unito ad un pizzico di orgoglio per l’evento. così entriamo in Yunnan ancora a piedi per 2 km stavolta tra le case di un villaggio seguiti dagli sguardi incuriositi di decine di passanti. Raggiunta la città di Jinghong in autobus troviamo um alloggio e in serata troviamo già informazioni per raggiunger l’area dove vivono le tribù Akha, uno dei gruppi etnici più interessanti della regione. Chiamati anche Ko o Iko, gli Akha sono una tribù di origine Tibeto-cinese che oggi occupa le regioni collinari situate tra Yunnan, Laos, Thailandia e Mianmar dove furono spinte dall’invasione Cinese del 1644. Gli Akha vivono di agricoltura e sono organizzati in piccoli villaggi costituiti da case di legno su palafitte. La religione, di tipo animista, è basata culto degli antenati e generalmente il capo villaggio è anche lo sciamano. La particolarità distintiva degli Akha sta nell’abbigliamento delle donne che indossano un abito nero e bellissimi copricapi adornati da perle colorate ed antiche monete d’argento spesso montati su un telaio di bambù.
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