A pochi chilometri dalla capitale Aracajú si trovano le due belle città di Laranjeiras e São Cristóvão, entrambe poste sotto la tutela dell’IPHAM (il ministero per i beni culturali), che conservano intatto il loro impianto coloniale in parte restaurato e che rappresentano una tappa fondamentale per chi vuole approfondire la propria conoscenza storica del Brasile.
Per la visita delle due città, data la grande quantità di monumenti, occorre almeno un giorno anche se entrambe molto piccole e facilmente visitabili con una passeggiata.
Per chi avesse tempo consigliamo anche una breve sosta ad Estância, un altro piccolo gioiellino coloniale del Sergipe a meno di 100 km dalla capitale.
Laranjeiras
La storia
La storia della città cominciò dopo lo sbarco della spedizione di Cristóvão de Barros finalizzata alla conquista del Sergipe. Una volta che le truppe Portoghesi terminarono la loro opera di pulizia etnica, decimando le popolazioni indigene, costruirono un piccolo porto fluviale ai margini del Rio Cotinguiba. Ben presto il luogo divenne punto di riferimento per i traffici mercantili che dalla costa erano diretti verso l’interno dello Stato e nel 1637 si cominciò la costruzione dei primi edifici dando vita al primo nucleo abitativo della città. Negli anni successivi la zona fu occupata dalle truppe olandesi e lo sviluppo della città subì una fase d’arresto. Agli inizi del XVIII secolo arrivò a Laranjeiras un gruppo di Padri Gesuiti che edificò la prima chiesa della città, un modesto edificio poco distante dal porto. In seguito all’allargamento della comunità i frati decisero di rendere più ufficiale la loro presenza nella regione e costruirono sulla collina più alta della zona l’Igreja de Nossa Senhora da Concenção la prima vera costruzione coloniale di Laranjeiras.
L’arrivo dei Gesuiti e lo sviluppo nella regione di piantagioni di canna da zucchero, grazie alla presenza del porto fluviale, innescò il processo d’espansione della città che divenne la sede delle lussuose dimore dei proprietari terrieri.
Nel XIX secolo Laranjeiras visse il momento di massimo splendore, il municipio divenne sede della dogana e il suo porto fu il passaggio obbligato per tutti i commerci del Sergipe. Tra il 1835 e il 1837 la regione divenne il teatro della rivolta degli schiavi che uccidevano i padroni e andavano a rifugiarsi nei Quilombos organizzandosi in comunità libere ed indipendenti. Molti dei più famosi leader di quella rivolta provenivano dalle fazendas di Laranjeiras. Abolita la schiavitù e placati gli animi cominciò un nuovo periodo di splendore che culminò nel 1860, anno i cui la città accolse con orgoglio la visita dell’imperatore Dom Pedro II.
A seguito del nuovo status nacquero i primi movimenti culturali e nella decade 1841-1851 Laranjeiras divenne il maggior centro culturale, ed artistico, del Sergipe.
Passata ufficialmente al rango di città nel 1948, oggi Laranjeiras è un posto molto tranquillo dove si possono ammirare le belle vestigia del glorioso passato.
La visita
La visita degli edifici storici comincia da Praça da Matriz, luogo dove vennero edificati i primi palazzi della città, sulla piazza si affaccia l’Igreja Matriz Sagrato Coração de Jesus, costruita nel 1791, fu sede della ricchissima confraternita del santissimo sacramento. La chiesa, che possiede un antico organo tedesco del XIX secolo, ha subito nei secoli varie trasformazioni che ne hanno modificato l’impianto originario. Il soffitto sopra l’Altare Maggiore è decorato con pannelli dipinti dal pittore bahiano Teófilo de Jesus, il soffitto della navata è stato dipinto da Rodolfo Tavares (orario dal lun. al ven. dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 17; sab. e dom. 13/17).
In Avenida Municipal, di fronte alla fermata degli autobus, si trova il Trapiche, costruito nel XIX secolo in stile neoclassico che fungeva da magazzino per il prodotto lavorato degli zuccherifici, ma era anche il luogo dove venivano stipati gli schiavi appena sbarcati dalle navi in attesa che i loro padroni li venissero a prelevare. Attualmente ospita un centro culturale e il punto di informazioni turistiche dove è possibilie prenotarsi per la visita dei monumenti che sono ubicati in proprietà private (orario tutti i giorni dalle 8 alle 17).
In quello che una volta era l’antico porto poco oltre il Trapiche si trova il Marco da Cidade, una stele in pietrache segnava il confine cittadino.
In una bella costruzione degli inizi del XX secolo, che fu utilizzata da Rete Globo per alcune scene della telenovela Tieta, si trova il Museu de Arte Sacra che gode la fama di essere il secondo museo dello Stato per quantità di opere raccolte, si trova in Praça Heráclito Diniz Gonçalves (orario da mar. a ven. dalle 10 alle 17; sab. e dom. 13/17). Una volta il museo aveva sede nell’Igreja de Nossa Senhora da Conceição dos Pardos in Praça Josino Menezes una bella chiesa del 1843 costruita dai mulatti (orario dal mar. al ven. dalle 8 alle 11.30; sab. 14 /17).
Non distante si trova la Casa de Cultura João Ribeiro, casa natale del famoso scrittore che oltre a contenere un’interessante raccolta di suoi oggetti personali offre la possibilità di visitare l’interno di una dimora coloniale, si trova in Rua João Ribeiro e segue gli stessi orari degli altri musei.
Poco oltre, in Praça Samuel de Oliveira, si trova il Mercado Municipal un’altra costruzione del XIX secolo in stile neogotico (orario tutti i giorni dalle 8 alle 17).
Andando verso il centro si incontra, in Rua José do Pedro Franco su di una piccola altura, l’Igreja Nossa Senhora do Rosario e São Benedito, costruita dai neri nella prima metà del XIX secolo. La chiesa è sede di numerose manifestazioni religiose legate al sincretismo afro-brasiliano (orario dal mar. al ven. dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 17; sab. e dom. 13/17). Nelle vicinanze si trova il Museu Afro-Brasileiro de Sergipe, situato in Rua José do Prado Franco in un bell’edificio coloniale su due piani. Il museo raccoglie un’interessantissima collezione d’oggetti della cultura e del sincretismo religioso africano, nonché strumenti agricoli e di tortura, oggetti d’artigianato, fotografie e documenti dell’epoca con interessanti riferimenti al periodo della rivolta. Assolutamente da non perdere (orario dal mar. al ven. dalle 10 alle 17; sab. e dom. 13-17). Chiedendo alla biglietteria vi daranno le indicazioni per visitare un terreiro, se non hanno molto da fare vi accompagneranno personalmente. Il terreiro si trova un po’ fuori città, a circa ½ ora di cammino, di solito è la stessa mãe de santo che vi accompagnerà all’interno raccontandovi la storia. Le fotografie nella sala riunioni sono vietate.
In Rua Tobias Barreto si trova l’antico Teatro São Pedro, oggi in rovina e l’Igreja Presbiteriana, del 1899 (orario dal lun. al ven. dalle 8 alle 11.30); sempre nei pressi del centro si incontra il Teatro Sant’Antônio, che ospitò in passato rappresentazioni di famose compagnie teatrali ed illustri ospiti, oggi sede della Prefeitura Municipal.
Risalendo l’Alto do Bonfim (meglio in auto) si arriva all’Igreja do Senhor do Bonfim, del XIX secolo, con annesso l’omonimo cimitero. Dall’alto della collina in cui ha sede la chiesa si gode una bella vista panoramica della città e della valle del Rio Cotinguiba.
Sono comunque gli immediati dintorni della città ad ospitare alcuni dei monumenti più belli, si trovano quasi tutti in proprietà privata, quindi per la visita bisogna chiedere il permesso all’ufficio informazioni turistiche. Si parte dall’Igreja Nossa Senhora da Conceição da Comandaroba. Edificata nel 1734 nell’Engenho da Boa Sorte, ad 1 km dalla città, dai Gesuiti. La chiesa deve il suo nome al campo su cui sorse, fu infatti costruita su un campo di fagioli: in lingua Tupi camandaroba significa infatti fagiolo amaro. Fu probabilmente, uno degli ultimi edifici eretti dall’ordine prima dell’espulsione avvenuta nel 1759. Alle spalle dell’altare maggiore, in legno abilmente intarsiato, esiste un passaggio che collega la chiesa alla grotta di Pedra Furada situata nel vicino villaggio di Machado. La grotta, oggi visitabile, serviva da rifugio agli indios e i Gesuiti la utilizzarono per la celebrazione delle messe durante l’occupazione Olandese.
Sempre nelle campagne che circondano Laranjeiras si possono visitare: l’Igreja Bom Jesus dos Navegantes costruita nel XX secolo, che si trova all’ingresso della città in bella posizione panoramica sull’Alto do Bom Jesus tutti gli anni parte da qui la tradizionale processione. La Capela do Engegho Jesus Maria e José edificata nel 1796 e oggi in stato d’abbandono è difficile da raggiungere perchè situata in una grande proprietà privata.
Altre due chiese sorgono in una proprietà privata e fuori città e sono l’Igreja de Santo Antônio e Nossa Senhora das Neves, congiunto costruito dai Gesuiti nel 1701, uno dei più antichi dello Stato che si trova nell’Engenho do Retiro, sulla vecchia strada per Aracajú a pochi km dalla città e la Capela Sant’Aninha costruita sul luogo dove sorgeva l’omonima polveriera. Era una delle più ricche cappelle private della regione con un altare ornato da mosaici, porcellane e laminato in oro, si può visitare prenotando all’ufficio informazioni turistiche. Infine merita una visita il Ponte Nova costruito sul Rio Cotinguiba nel 1882 a pochi passi dal centro storico.
São Cristóvão
La storia
Cristóvão de Barros sbarcò in Sergipe nel 1589 e dopo aver sconfitto gli indios della regione si attestò nella zona dell’odierna São Cristóvão costruendo un forte per proteggersi dalle incursioni esterne e dando così vita al nucleo originario della quarta città più antica di tutto il Brasile.
Nel 1637 gli Olandesi entrarono in Sergipe cominciando ad occuparne i territori. L’esercito composto di milizie miste Luso-Brasiliane al comando del Conte Bagnuolo, di stanza a São Cristóvão, non essendo in grado di fronteggiare l’esercito Olandese, bruciò la città e fuggì verso Bahia. Seguirono diversi anni di battaglie cruente tra le due fazioni che si risolsero con la definitiva cacciata degli Olandesi nel 1645. La città, che in quegli anni era stata abbandonata e lasciata in rovina dagli Olandesi, venne ricostruita, ma nel 1710 passò per una nuova devastazione, ad opera degli abitanti di Vila Nova, in rivolta contro la corona Portoghese per le eccessive tasse.
A metà del XVIII secolo São Cristóvão venne completamente ricostruita e dopo essere sopravvissuta alla rivolta degli schiavi nel 1820, venne proclamata capitale della Provincia di Sergipe. La mancanza di un porto per il trasporto dello zucchero, proveniente dalle fazendas, spostò il fulcro delle attività commerciali nella vicina Laranjeiras facendo perdere alla città il suo prestigio. Il colpo di grazia lo assestò nel 1855, l’allora presidente della provincia Inácio Joaquim Barbosa che, sotto lo stimolo dei proprietari terrieri, spostò la sede della capitale nella città d’Aracajú dove tuttora ha sede l’amministrazione del Sergipe.
Dal punto di vista economico São Cristóvão si vide scippata di tutti i suoi poteri e cadde nell’oblio, ma da un punto di vista artistico quell’oblio fu il miglior viatico per la preservazione dei suoi monumenti storici che sono giunti fino a noi senza subire la contaminazione dello sviluppo architettonico del XX secolo. Oggi è così possibile camminare per le tranquille strade della città apprezzandone a pieno il fascino di un tempo antico. Dal 1939 fa parte del Patrimonio Storico Nazionale.
La visita
São Cristóvão si è sviluppata secondo il classico modello urbanistico Portoghese che voleva la città divisa su due livelli, la Cidade Alta dove risiedeva il potere politico e religioso e dove erano edificate le dimore delle personalità locali e la Cidade Baixa con i magazzini, le fabbriche e le abitazioni popolari, di conseguenza troviamo la maggior parte degli edifici d’interesse storico divisi nelle tre principali piazze della città che erano anche il fulcro della vita sociale.
La maggior parte dei monumenti si trova in Praça São Francisco (Cidade Alta) da dove si inizia il persorso. Il monumento principale è l’Igreja e Convento São Francisco, considerato uno dei più begli esempi architettonici dello Stato, in stile barocco, la sua costruzione iniziò nel1693 grazie alle donazioni fatte dalla popolazione locale ai frati Francescani. All’interno si trovano diverse sale, un bellissimo chiostro e nell’antica ala sinistra (Convento de Santa Cruz) il Museu de Arte Sacra, inaugurato nel 1974 e considerato uno tra i più importanti del Brasile con una collezione di oltre 500 pezzi che vanno dal secolo XVII fino al XX secolo. Una guida accompagna durante la visita fino ad una cappella del secolo XVIII, completamente rivestita in oro (orario da mar. a ven. dalle 10 alle 17 ; sab. e dom. 13/17). Da notare che tutte le case che si trovano sulla piazza in stile coloniale riportano il motivo architettonico: eira, beira e tribeira (vedi box a Olinda), rappresentanti i vari gruppi al potere a seconda se chi abitava nell’edificio era ricco o povero.
Sull’altro lato della piazza si trova la Santa Casa da Misericórdia un complesso in stile barocco della prima metà del XVII secolo, l’interno è abbellito da pannelli dipinti tra i quali spicca quello intitolato A Visitação vicino all’altare maggiore attribuito al pittore bahiano José Teofilo de Jesus oggi l’edificio è adibito a collegio e orfanotrofio (orario tutti i giorni dalle 5 alle 11.30 e dalle 14 alle 17.30). Nei pressi la Casa do Folclore con raccolte di costumi e informazioni sulle feste sergipane. Alla reception si trovano guide accreditate che possono accompagnare alla visita della città.
Uscendo dalla chiesa sulla stessa piazza si trova il Sobrado de Balcão Corrido, si tratta di un edificio in stile coloniale con influenze moresche abbellito da un balcone in legno. Questa costruzione del XIX secolo è considerata una delle più rappresentative della città nell’ambito dell’architettura civile.
Sempre in Praça São Francisco si trova un altro edificio coloniale della stessa epoca, si tratta del Sobrado da Antiga Cadeia ex carcere, oggi ospita il tribunale cittadino.
Meritano infine una visita sempre in in Praça São Francisco il Palacio Provincial, considerato uno dei più begli esempi architettonici del Brasile che ospita il Museu Historico de Sergipe contenente una bella collezione del Brasile Imperiale. Pare che fu una residenza di Dom Pedro II tanto che si visita la copia della sua camera da letto. Per entrarci vengono fornite delle pantofole per non rovinare l’antico parquet (orario da mar. a ven. dalle 9.30 alle 17.30; sab. e dom. dalle 13.30 alle 17.30).
Spostandosi in Praça do Carmo spicca la facciata barocca dell’Igreja e Convento da Ordem Terceira do Carmo, conosciuta anche come Igreja Senhor dos Passos. La costruzione ebbe inizio nei primi anni del secolo XVII ampliando una cappella costruita nel 1699. Una leggenda narra che l’immagine del Senhor dos Passos fu trovata nelle acque del Rio Paramopana. L’icona era contenuta in una cassa di legno e i pescatori che la trovarono la consegnarono alle autorità cittadine che optarono di esporla nella chiesa do Carmo. Il luogo divenne presto un oggetto di culto sempre crescente tanto da dare vita alla Festa da Penitência detta anche Festa dos Passos. Nel chiostro all’interno del convento è stato adibito un Museu di Ex Voto, dove sono esposti vari ex voto a testimonianza di grazie ricevute con riproduzioni di braccia, gambe e altri organi “graziati” appesi ovunque (orario tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17). Nel convento le suore benedettine fanno degli ottimi dolci che vendono in un negozietto chiamato la Loja das Carmelitas, da provare i bricelete, ottimi biscotti croccanti tipo wafer al gusto di limone, fatti con un macchinario di origine svizzera.
Sulla stessa piazza si affaccia anche il Mosterio São Bento costruito da Frei Antônio da Santa Eufrasia Barbosa nel secolo XVIII, in stile barocco con una bella facciata molto elaborata, l’interno è ora molto spoglio (orario tutti i giorni dalle 7 alle 13 e dalle 14 alle 19).
L’itinerario si sposta a questo punto in Praça da Matriz dove svettano le due alte torri campanarie dell’Igreja Matriz de Nossa Senhora da Vitória eretta dai Gesuiti nel 1608, quando il Portogallo e quindi anche il Brasile, era sotto il dominio Spagnolo. Si tratta del più antico monumento del Sergipe, ma durante l’occupazione Olandese, dal 1637 al 1645, subì danni irreparabili che richiesero la quasi totale ricostruzione dell’edificio. All’interno sull’altare si trova una bella statua della Patrona Nossa Senhora da Vitória (orario dal lun. al ven. dalle 8 alle 11 e dalle 15 alle 17; sab. e dom. 9/11-15/17-19/20).
Aggirandosi nelle strade della città si possono scoprire alcuni altri edifici come la Igreja Nossa Senhora do Rosario dos Pretos, un’altra chiesa gesuitica del 1700 dall’interno molto semplice, che si anima durante le celebrazioni rituali dei Fogaréus, della Chegança (con la partecipazione esclusiva degli uomini) e altre feste di tradizione africana come la Taieira, si trova in Rua do Rosário (orario dal lun. al sab. dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17). In Rua Erudino Prado si può ammirare la Casa de Pau a Pique e Alvenaria, un edificio coloniale risalente alla metà del XIX secolo, arricchito con decorazioni barocche che ospitava l’Assemblea Provinciale del Sergipe.
Altri due bei palazzi coloniali si possono ammirare in Rua Castro Alves e in Rua das Flores, dove si trova anche l’Igreja Nossa Senhora do Amparo dos Homens Pardos (gli uomini pardos sono i mulatti) della fine del secolo XVIII, fondata da una comunità di soli uomini estinta nel 1902 (orario dal lun. al ven. dalle 9 alle 11 e dalle 15 alle 17).
Guardando con attenzione in Rua da Sabão potrete leggere le appassionate dichiarazioni d’amore che lasciano i fidanzatini in quello che è considerato l’angolo dell’amore.
Sull’Alto di São Gonçalo, a circa 2 km dal centro, al posto dell’antica cappella dedicata al Santo Gonçalo sorge, a protezione della città, una statua di un Cristo alta 16 metri, dell’architetto italiano Belando Beladini, inaugurata nel 1924.
Ogni 15 giorni nella giornata di venerdì, alle 20, la città diventa la Città Seresta e centinaia di turisti si uniscono ai cittadini in una processione che termina in Praca São Francisco trasformandosi in un grande show con artisti locali e nazionali.
Estância
Considerata una delle città più antiche del Paese il primo insediamento sorse in un’area, ora denominata Costa das Dunas, sotto la tutela dei Gesuiti nel 1575 con il nome di Porto d’Areia. La cittadina iniziò a crescere nel 1621 attorno ad una fazenda di proprietà di Pedro Homem da Costa chiamata Estância. Quasi tutto il sonnolento centro storico è in stile coloniale con belle case rivestite di azulejos portoghesi, il monumento di maggior interesse è l’Igreja de Nossa Senhora de Guadalupe in Praça Barão do Rio Branco.
Nel 1860 l’imperatore Dom Pedro II visitando la città la chiamò Giardino del Sergipe, per la bellezza del luogo e per la lussureggiante vegetazione. Nei dintorni si trova una delle spiagge più belle del Brasile: Mangue Seco che, pur essendo in territorio bahiano, è facilmente raggiungibile da Estância prendendo un taxi e il traghetto.
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