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Immagine del redattoreParaibadiscovery

Il Reconcavo Bahiano, dove tutto è Africa

Il Recôncavo Bahiano

Localizzata alle spalle dalla Baía de Todos os Santos questa verde regione è una delle più belle dello Stato di Bahia.

Le attività principali che si svolgono sono tutte legate alle fertili terre e hanno fin dai primi anni del Descobrimento attirato i tanti colonizzatori che impiantarono ricche coltivazioni di canna da zucchero e di tabacco. I 33 municipi che contornano la Baía sono piccoli gioielli coloniali dall’architettura barocca tra i più rappresentativi e meritevoli di una visita abbiamo: Cachoeira, Patrimonio dell’Unesco, São Felix, Santo Amaro, São Francisco do Conde, Nazaré e Jaguaripe. Il Recôncavo è inoltre una regione ricca di tradizioni, folclore e cultura e fu nel passato scenario di aspre lotte e conquiste che cambiarono la storia del Brasile. L’itineraio che si vuole proporre prevede una sosta di almeno una notte a Cachoeira e la visita dei dintorni con mezzi propri o con autobus.


Cachoeira


Considerata uno dei centri più importanti per la spiritualità e la purezza del condoblé, i terreiros nascosti sulle colline in piccole case, o addirittura in capanne, si riempiono al venerdì e al sabato per lunghe cerimonie alle quali i turisti difficilmente possono partecipare.

La storia

La terra dove si sviluppa l’attuale Municipio era parte di un lotto donato a Paulo Dias Adorno da Martin Afonso de Sousa per far sì che si sviluppassero le coltivazioni della canna da zucchero e del tabacco.

Il nome Cachoeira fu dato dagli indios Tupinambás al territorio sul fiume e significa “mare grande” per la grandezza del fiume che ai loro occhi sembrava esteso come il mare.

Quando Paulo Dias Adorno e l’amico Afonso Rodrigues giunsero sul territorio trovarono sul posto un uomo bianco. L’uomo si chiamava Diogo Álvares Correia, chiamato dagli indios Caramuru (nome di un pesce delle coste), sopravvissuto ad un naufragio riuscì a vincere l’ostilità degli indios tanto da sposare la figlia del capo, Catarina Paraguaçu, dalla quale ebbe due figlie Madalena e Felipa. Le due figlie diventarono in seguito le mogli rispettivamente di Afonso Rodrigues e Paulo Dias Adorno portandogli in dote altra terra e la fazenda del padre.

Paulo Dias Adorno e l’amico fecero costruire un engenhos per la lavorazione dello zucchero, una casa e una cappella dedicata a Nossa Senhora de Ajuda. Attorno a queste strutture nacque lentamente il villaggio.

Nel 1693 il paese prese nome di Nossa Senhora do Rósario do Porto da Cachoeira. Nel 1822 si unì alle altre città del Recôncavo nella lotta per l’indipendenza contro i Portoghesi che terminò, dopo aspre battaglie, nella dichiarazione d’Indipendenza il 25 giugno 1822. Nel 1871 venne elevato a rango di città con il nome di Herôica Cidade da Cachoeira.

Nel 1971, Cachoeira fu dichiarata Monumento Nazionale essendo considerata una delle città più ricche e belle del Brasile.

La visita

Quando si arriva a Cachoeira si ha l’impressione di essere entrati in un set cinematografico e di essere sbucati nel bel mezzo delle scene di un film storico sul colonialismo. Le bellissime chiese e le case testimoniano l’arte coloniale e l’architettura sorta in un’epoca nella quale l’intera regione aveva un importante ruolo economico, ricordano inoltre lo spirito religioso di una popolazione che convive tranquillamente con la religione cattolica unita alla religione africana.

Per la visita si consiglia di passare prima all’Ufficio Informazioni Turistiche che si trova in Praça da Aclamação (orario dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 17 dal lun. al ven. sab. e dom. 13/16) in quanto a causa di furti recenti le chiese e i monumenti sono stati chiusi e bisogna accordarsi con loro per la visita.

Il panorama più bello della città si ha sicuramente dall’Igreja di Nossa Senhora de Conceição do Monte, del 1746 che ha all’interno una bella fonte battesimale di pietra e alcune belle immagini sacre. La chiesa si trova in Rua da Conceição do Monte ed è sempre chiusa tranne il mese di novembre, ma il panorama merita la passeggiata. Scendendo si trova la Praça Manoel Vitorino con la vecchia stazione ferroviaria semi-abbandonata, (abbiamo visto un vagone girare in mezzo alle strade e alle case della città ed entrare in un cancello, non sappiamo se era un treno fantasma o se trasportava qualcosa !). Inizia qui la Rua Cons.Virgilio Damasio che continua nella Rua 13 de Maio passando in mezzo a bellissime ed antiche case dai tipici colori pastello dell’epoca coloniale, la maggior parte di esse fanno parte del Patrimonio Storico Nazionale. Andando verso Largo da Ajuda si trova la Casa da Irmandade de Nossa Senhora da Boa Morte con il museo fotografico. Troverete sempre qualche sorella della confraternita che vi accompagnerà volentieri nel piccolo museo. Poco oltre in Largo da Ajuda s’incontra la piccola Igeja de Nossa Senhora d’Ajuda, del 1687, fu la prima chiesa della città, ospita un’immagine di legno di un Cristo in croce ad altezza naturale. Proseguendo si entra in Rua Ana Néri, dove si trovano altre belle case coloniali, tra le quali al numero civico 7 la Casa natale di Ana Bustina Ferrieira Néry, del secolo XVIII che è ora trasformata nel Museo Hansen Bahia. La casa-museo che ospitò nel 1858 Dom Pedro II e nel 1885 la Principessa Isbel, raccoglie moltissime opere dell’artista, tra le quali le illustrazioni al poema “Navio Negreiro” di Castro Alves (orario dal mar. alla dom. dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 17). In Praça Dr. Aristides Milton si trova l’antico ospedale Santa Casa de Misericórdia, un complesso di cinque case e una chiesa ricoperte da un unico tetto del secolo XIX, all’interno si trovano molti pezzi originari come libri rari e vasi per farmacia antichi, i soffitti sono dipinti e all’esterno ci sono anche un bel giardino ed un ossario (orario dal lun. al ven. dalle 14 alle 17). Nella stessa piazza si trova la Fontana Imperiale del 1827, in stile neoclassico, con i rubinetti in bronzo. Tra Rua Ana Néri e Praça 13 de Maio si trova l’Igreja Matriz de Nossa Senhora do Rosário del XVIII secolo. L’interno è rivestito di azulejos dell’altezza di 4/5 metri con immagini bibliche e il soffitto è dipinto da Teofilo de Jesus. Al secondo piano si trova il Museo das Alfaias che contiene i resti del Convento di São Francisco do Paraguaçu. Si arriva infine in Praça da Aclamação, che con la vicina Rua Inocêncio Boaventura, rappresenta il cuore storico e architettonico di Cachoeira essendo il luogo dove sono racchiusi i monumenti di maggiore rilevanza. Iniziando dalla Casa da Câmara e Cadeia, del 1698, che era l’antica prefettura e la prigione dove al piano superiore erano rinchiusi i criminali più pericolosi e al piano terra erano invece rinchiusi, dietro a delle sbarre, i meno pericolosi. Fu anche sede del governo di Bahia nel 1822. Non distante la bell’Igreja Ordem Terceira do Carmo con a fianco la Pousada do Convento (orario dal mar. al sab. dalle 2 alle 5 e alla dom. dalle 9 alle 11.30). La costruzione è del 1715 in stile rococò e fu trasformata in Pousada nel 1981. All’interno si trovano interessanti immagini di legno portate dalla colonia portoghese di Macau, tra esse un Cristo il cui sangue è stato fatto con un misto di sangue di bovino, erbe cinesi e rubini. Al civico 4, si trova una delle residenze più ricche e imponenti dello Stato di Bahia ora trasformata in Museo Regional, la casa è del 1723 e ospita mobili dei secoli XVIII e XIX. Sempre sulla piazza, in una residenza del XVIII secolo si trova il Museo Iphan (orario da lun. a ven. 8/12 e 14/17 sab. 8/12), con mobili coloniali e paramenti sacri.

Fuori città, a pochi chilometri dal centro, si trovano in piccoli villaggi alcuni altri monumenti d’interesse, a sette chilometri l’Igreja Seminario di Belém del 1686 in stile gesuitico con una bella torre rivestita da azulejos e dipinti in stile orientale. A Santiago do Iguape e nel piccolo villaggio São Francisco, a circa 50 km dal centro (accesso per la BA026 per Santo Amaro), si trovano varie chiese e cappelle come l’Igreja e Convento di Santo Antônio a São Francisco di Paraguaçu della fine del 1600 purtroppo in rovina, ma con un fascino straordinario e l’Igreja Matriz de Santiago. Moltissime chiese si trovano annesse ai tantissimi Engenhos ormai in rovina che punteggiano tutta questa area come l’Engenho Velho e l’Engenho Campinas.




São Felix

La vista migliore della città di São Felix si ha da Cachoeira, sulla sponda opposta. Incastonata tra il fiume e le verdi colline, la grande croce illuminata in cima alla collinetta, le luci delle piccole case e delle chiese, le belle architetture che si riflettono sul Rio Paraguaçu: tutto ciò è l’origine del soprannome di Città Presepio.

La storia

Situata a 110 km da Salvador, São Felix iniziò a prosperare con l’espansione della canna da zucchero, ma divenne famosa grazie alla coltivazione del tabacco e alle industrie per la fabbricazione dei sigari. Tra le industrie di charutos (sigari) più famose ricordiamo la Suerdieck, Pimentel, Cia A Juventude, Alberto Waldheis e la Dannemann, quest’ultima si trova sul fiume appena entrati in città ed è la più comoda da visitare.

Il Portoghese Mem da Sá formò nel 1540 il primo villaggio sulla terra abitata dagli indios Tupinambás, i colonizzatori si stabilirono solo successivamente nella regione portando centinaia di schiavi di origine africana. Nel 1621 il piccolo villaggio fu distrutto dagli indios che furono anche i primi schiavi utilizzati nelle piantagioni. Completamente ricostruito fu occupato nel 1640 dagli Olandesi che distrussero la maggior parte dei monumenti di tutto il Recôncavo. La città iniziò quindi a prosperare con il nome di Senhor Deus Menino de São Felix solo alla fine del 1600 quando il porto della dirimpettaia Cachoeira divenne importante. Nel 1822 si unì a Cacheira nella guerra d’Indipendenza contro i lusitani e la piazza principale divenne sede di aspre e sanguinose battaglie. Pur conquistando l’indipendenza dai Portoghesi restò, come tutto il territorio circostante, sotto il dominio della vicina Cachoeira fino al 1889.

Nel 1890, fu elevata a città e, nel 1931 gli fu abbreviato il nome in São Felix.

La visita

Camminare per le strade di São Felix è davvero molto suggestivo ed è come fare un salto nel passato quando il rio Paraguaçu, che nasce nella Chapada Diamantina, serviva da collegamento tra le regioni minerarie dell’interno ed il porto della capitale. Vi troverete a pensare alle barche cariche di merci e al via vai di gente bianca e nera, miscela bella, ma esplosiva che avrebbe dato vita ai tanti terreiros di condomblé che tuttora si trovano nei dintorni e alle lotte contro la schiavitù sotto i micidiali colpi della capoeira.

Non sono molti i monumenti degni di nota e comunque con una bella passeggiata riuscirete a vedere tutto in meno di due ore.

Per arrivare in città basta attraversare il Ponte ferroviario di Pedro II che collega São Felix a Cachoeira passando sul rio Paraguaçu. Inaugurato nel 1885 ha una struttura di ferro che fu importato direttamente dall’Inghilterra. Lungo 365 metri e largo 9 oltre ad essere un monumento storico ed architettonico è simbolo dell’importanza economica che aveva a quei tempi la regione. Diviso in tre parti, una centrale serviva per il traffico dei treni e delle carrozze, oggi sostituiti dalle auto, e due laterali per il traffico pedestre e delle biciclette.

Gli atri monumenti che meritano la visita sono le tre chiese Matriz de Deus Menino, del 1814 in stile coloniale con facciata rococò e una bella torre campanaria (orario sab. dalle 14 alle 17 e dom. dalle 8 alle 12) in Praça José Ramos de Almeida, Senhor São Felix del secolo XVIII in stile coloniale con altari neoclassici, immagini e azulejos antichi e appena a 500 metri dal centro il Santuario del Miracolo di Santa Barbara, costruita su una fonte, che si dice, abbia poteri miracolosi. Da non perdere assolutamente la fabbrica di sigari Danneman con l’annesso Centro Culturale Américo Simas. La fabbrica fondata da Geraldo Danneman (1850-1922) è visitabile e potrete vedere il processo di fabbricazione dei sigari in splendidi locali antichi e con le vecchie attrezzature restaurate. Tutto il lavoro è rigorosamente fatto a mano da splendide signore che indossano i tipici costumi bahiani e che guadagnano il salario minimo mensile, circa 400 reais. Tutti i giorni vengono fabbricati circa 400 sigari. I famosi sigari sono in vendita, basta chiedere a chi vi accompagnerà nella visita, una scatola da 4 costa R$ 10 fino ad arrivare alla scatola da 25 che costa R$ 125.

Fuori città in una zona panoramica con una bella vista sul Rio Paraguaçu e su Cachoeira si trova la Fazenda Santa Barbára che ospita all’interno la Fondazione Hansen Bahia. L’artista plastico, morto nel 1978, lavorava e viveva in questa casa dove si trova anche una collezione, a lui appartenuta, composta da fotografie, pitture, strumenti di lavoro e oggetti.


Santo Amaro

La storia

Il villaggio, che si trova a 73 km da Salvador, sorse nel 1557 attorno alla Cappella, costruita dai gesuiti, dedicata a Santo Amaro. La zona precedentemente abitata dagli indios Caetés, Pitiguaras e Carijós prosperò, come tutta l’area circostante, grazie alle coltivazioni della canna da zucchero e del tabacco. Ben presto il piccolo villaggio cominciò ad ingrandirsi fino ad essere dichiarata città nel 1837, con il nome ufficiale di Leal Cidade de Santo Amaro. Oggi le antiche coltivazioni sono state sostituite dalla coltivazione di bambù, che serve alla produzione della carta e che ha preso il posto delle precedenti attività.

La visita

Del periodo coloniale sono rimaste alcune chiese e qualche casa, ma la città merita sicuramente una passeggiata almeno per vedere la casa dove sono nati i due grandi musicisti brasiliani e fratelli Caetano Veloso e Maria Bethânia. La quasi centenaria madre Dona Canô vi accoglierà con amicizia e semplicità nella sua casa di Avenida Viana Bandiera, più conosciuta con il nome di Rua Amparo, al numero 179. In onore dei due fratelli, proprio di fronte alla casa, si trova una targa con scritto:

“Caetano, poeta della terra e figlio della gente, noi ti amiamo. Bethânia dalle tue corde vocali emerge la bontà di questa gente, la tua voce è la cosa migliore che generò questa terra.”

La maggior parte dei monumenti d’interesse si trova nella Praça da Purificação, prima fra tutti, l’Igreja Matriz Nossa Senhora da Purificação del 1706, con bei pannelli di azulejos, di seguito la fontana della piazza del 1872, la Santa Casa da Misericórdia del 1778 con una bella cappella con antiche immagini sacre e un bel lampadario d’argento e il Palazzo Municipale, del 1727, replica del Palazzo di Salvador. Il piano terra servì come prigione nell’epoca coloniale. Nei dintorni della Cattedrale, il piccolo mercato all’aperto, sempre pieno di gente e, nella strada principale, le belle case dei ricchi fazenderos, dai colori pastello ormai sbiaditi.

Da non perdere, in Praça padre Inácio Teixeira dos S. Araújo l’Igreja do Recolhimento dos Humildes, con un bell’organo antico e azulejos e con l’annesso museo che raccoglie ben 500 pezzi tra mobili e opere sacre del XVIII secolo.

A 22 km dal centro, nel distretto di Campinhos, si trova un’altra bella chiesa, del 1768, Nossa Senhora Oliveira dos Campinhos. La costruzione fatta con una muratura mista di pietra e mattoni possiede all’interno bellissimi pannelli di azulejos e mobili in jacarandá. Dal 3 al 12 settembre si svolge in questo distretto una bella festa con balli e costumi tradizionali.


São Francisco do Conde

La storia

Le terre che adesso formano il Municipio appartenevano alla città di Salvador ed erano formate da tanti piccoli centri abitati che si unirono nel 1693 sotto il nome di São Francisco da Barra do Serji do Conde e fu il terzo municipio del Recôncavo. Venne elevato a città nel 1938, nel 1943 cambiò il nome in São Francisco do Conde e nel 1973 entò a far parte della Regione Metropolitana di Salvador. Si trova al margine della Baía di Todos os Santos a 66 km dalla capitale.

La visita

La città preserva l’aspetto storico del Brasile Coloniale con strade a reticolo e case in stile dalle tinte pastello. Circondata da un’esuberante Mata Atlântica il suo porto è un ottimo punto di partenza per la visita delle tre piccole isole, dalle belle spiagge, che si trovano nei pressi, Cajaíba, Fontes e Pati e dei villaggi di pescatori che la circondano. Sull’isola di Cajaíba si trova l’Engenho Cajaíba una bella costruzione del secolo XIX composta da una casa padronale, dal senzala (casa degli schiavi) e da una bella piantagione di palme imperiali centenarie.

Il Monte Recôncavo è il punto più alto della città, con i suoi 180 metri di altezza, ed è un punto panoramico naturale dal quale si possono ammirare gli splendidi paesaggi dalla Baía di Todos os Santos e la città di Salvador da Bahia. In cima si trova l’Igreja de Nossa Senhora do Morro del VII secolo. Nella parte alta della città si trova la casa natale di Teixeira de Freitas del 1890. Mário Teixeira de Freitas fu uno statista brasiliano e fondò l’Istituo Nazionale di Statistica. Tra gli altri monumenti rilevanti in città si trovano l’Igreja Matriz de São Gonçalo del secolo XVIII, l’Igreja di São Francisco del XVIII secolo che ospita azulejos portoghesi e il Palazzo Municipale del XIX secolo, ex carcere. Nel distretto di Mataripe, a pochi chilometri dalla città, si trovano altri tre begli esempi d’architettura coloniale, la Cappella di Nossa Senhora do Amaro del XIX secolo, la Cappella di Nossa Senhora do Vencimento del secolo XVIII con una bella fonte battesimale e la Cappella di Santo Antônio de Mataripe del secolo XVIII con una grande torre e, all’interno, belle immagini religiose.


Nazaré

La storia

L’attuale Municipio sorge su di un lotto che apparteneva a Fíernão Cabral de Atade che aveva qui il suo Engenho e una cappella dedicata a São Bento. Attorno alla fabbrica di zucchero sorse un villaggio che divenne sempre più importante sia dal punto di vista commerciale che sociale grazie anche alla produzione di farina di manioca. Un giorno si sparse la voce che la Madonna di Nazareth fosse apparsa ad una bambina e, avvennero di seguito, alcuni fatti miracolosi tanto che fu costruita una cappella dedicata a Nossa Senhora de Nazaré e la cittadina divenne famosa con il nome di Nazaré das Farinhas. Venne elevata al ruolo di città, nel 1849, con il nome di Nazaré.

Oggi è famosa per la grandissima produzione di olio di dendê. Il grande patrimonio storico e i monumenti sono in cattivo stato.

La visita

La città possiede uno dei più belli e ricchi patrimoni storici del Recôncavo bahiano.

La maggior parte delle costruzioni storiche sono concentrate sulla parte sinistra del Rio Jaguaripe. Le rive del fiume sono collegate da due ponti: il Ponte di Conceição del 1857 che è lungo oltre cento metri, collega il centro della città con il quartiere di Conceição e il ponte Eunápio Peltier de Queiroz degli anni 50 che unisce la Piazza del Porto a Praça Walter Bittencourt. L’ufficio informazioni turistiche si trova nella Casa dos Arcos, una costruzione del XIX secolo a forma di trapezio che ospita anche un negozio di ceramiche (le famose caxixis), la Segreteria della Cultura, l’Archivio Pubblico e la Biblioteca in Praça Coronel José Bittencourt chiamata anche Praça do Porto. La cattedrale o Matriz del secolo XVIII, dedicata a Nossa Senhora di Nazaré è collocata su di una collinetta ai margini del Rio Jaguaripe in Praça Alexandre Bittencourt. Ha la facciata in stile manierista e gli altari neoclassici. Anticamente ospitava l’antica immagine della santa patrona che attualmente si trova nell’Igeja de Nossa Senhora di Nazaré di Camamu del secolo XVII in Largo do Camamu con la facciata principale sul fiume.

Recentemente restaurato, il Cinema Rio Branco, fu il primo cinema a funzionare nell’America latina. La costruzione è del 1927 ed è in stile art-nouveau.

La vista panoramica più bella della città e della Valle di Jaguaripe si hanno dalla Cappella di Nosso Senhor dos Aflitos all’interno del cimitero. In cima al Morro do Silêncio si trova l’imponente immagine di Jesus de Nazaré, alta 15 metri, creata dall’artista Félix Simpaio.

Alcuni Engenhos come l’Engenho Novo e l’Engenho São José sono ancora visitabili. Il primo si trova sul margine destro del fiume è il tipico esempio di engenho del Recôncavo con la casa padronale, la ruota ad acqua, i locali di produzione della farina e il deposito. Il secondo engenho si trova prendendo la BR 245 che unisce Nazaré con Santo Antônio de Jesus ed era parte della Fazenda Senhor do Bonfim, tutti i locali sono ben conservati e si trovano ancora alcuni mobili antichi oltre ad un’ottima cachaça.


Jaguaripe

La storia

L’abitato con il nome di Freguesia de Nossa Senhora da Ajuda si formò nel 1613 grazie al porto e assunse sempre più importanza grazie al trasporto di cocco e di olio di dendê. Fu il primo Municipio del Recôncavo ad essere nominato nel 1693 con il nome di Nossa Senhora da Ajuda di Jaguaripe, venne poi elevato in città nel 1899 abbreviando il nome in Jaguaripe. Dista 240 km dalla capitale via terra e 84 km usando il traghetto è localizzata tra il mare e il Pantanal bahiano (terreni allagati) in una zona considerata di grande interesse ecologico sia per la flora che per la fauna.

La visita

La città è divisa in due, la parte alta con tutti gli edifici storici e le chiese, la parte bassa con il porto e la parte moderna.

Anticamente tutta la città era attraversata da tunnel sotterranei che venivano utilizzati dagli abitanti quando gli indios attaccavano la zona.

La piccola cittadina possiede molti gli edifici storici tra i quali spiccano il Palazzo Municipale (ex Câmara e Cadeia di Stato ossia la prefettura e la prigione), del 1697 è una delle più antiche prigioni del Brasile, si trova sui margini del Rio Jaguaripe ed era conosciuta con il nome di Prigione del Sale perché durante l’alta marea ai prigionieri arrivava l’acqua fino al collo, in Praça da Bandeira. Sulla stessa piazza è ospitata una bella fontana, del secolo XVII, in stile barocco, fatta costruire dai gesuiti. In Ladeira da Ajuda, al numero civico 12, si trova la Casa do Ouvidor sempre del XVII secolo, era la residenza dei padri gesuiti ed è ora adibita a Foro. Tra le chiese, da non perdere, si trovano l’Igreja Matriz di Nossa Senhora da Ajuda, della fine del XVI secolo, in stile rococó con la torre rivestita di azulejos, situata nel punto più alto della città, Alto da Matriz, dal quale si gode di un bel panorama. In Praça Mestre Pio s’incontra l’Igreja di Nossa Senhora do Rosário, sempre in stile rococò, del secolo XVIII con una bella ed elaborata facciata, ma stranamente senza torre campanaria. Nel distretto di Camassandi, a pochi chilometri dal centro, si trova infine la maestosa Cappella di São Gonçalo degli inizi del secolo XIX.




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