La storia
I Portoghesi, per porre fine alle incursioni degli indios e dei pirati francesi, costruirono, nel 1585, il Forte São Felipe attorno al quale ben presto sorse un villaggio. La località divenne il centro di riferimento per i vari ordini di frati missionari che sbarcavano in Brasile per la loro opera di evangelizzazione, ad essi si deve la costruzione dei più importanti edifici della terza città più antica del Brasile.
L’alleanza dei portoghesi con gli indios Tabajaras avvenne sulla sponda del Rio Sanhauá il 5 agosto e portò la pace nella zona. Al villaggio, che grazie alla pace si stava lentamente espandendo, fu dato il nome di Nossa Senhora das Neves la santa che ricadeva nel giorno dell’armistizio. Quando il Portogallo passò sotto al dominio spagnolo, in onore del re Felipe II di Spagna, la cittadina venne chiamata Filipéia de Nossa Senhora das Neves. Quando il territorio nel 1634, cadde sotto il dominio olandese fu ribattezzata Frederikstadat; il dominio fiammingo durò una ventina d’anni. L’intera zona tornò in seguito nuovamente in mano portoghese e le fu assegnato il nuovo nome di Parahyba. Nel 1684 la città divenne capitale dello Stato del Paraíba.
Nel 1930 avvenne , a Recife, l’assassiniodel presidente dello Stato João Pessoa in seguito al quale fu deciso di dedicargli definitivamente la città.
João Pessoa per essere una capitale è comunque relativamente tranquilla, non particolarmente vasta è piena di giardini e parchi tanto da essere la seconda città più verde al Mondo dopo Parigi. L’Avenida Epitácio Pessoa collega il centro con i quartieri di Cabo Branco e Tambaú, sul lungomare, dove si trovano quasi tutti gli alberghi, i ristoranti e la parte moderna della città.
Il centro storico racchiude alcuni edifici interessanti, che possono essere visitati in poche ore, le belle case e le chiese in stile coloniale si alternano a edifici liberty rendendo la visita davvero piacevole.
La visita
Partendo dal Parque Sólon de Lucena, il cui progetto è stato realizzato dal famoso architetto Burle Marx, si prende Rua Pe Meira fino a Rua Duque de Caxias, in direzione ovest, fatte alcune decine di metri si incontra l’Igreja de Nossa Senhora da Misericordia in stile manierista. La sua costruzione risale al 1612 e fu sponsorizzata dal ricco fazendeiro, Duarte Gomes de Silveira, che ora è sepolto all’interno. Questa è l’unica chiesa della città a mantenere intatta la facciata esterna, costruita con grandi blocchi calcarei. Superata la chiesa si prende a nord per arrivare alla Praça Dom Adauto dove spicca la bella facciata dell’Igreja de Nossa Senhora do Carmo con annessa la Capela de Santa Teresa. La chiesa fu costruita nel XVI secolo e il convento ospitava le suore Carmelitane. L’esterno è in stile barocco e gli interni sono decorati in uno sfarzoso stile rococò. Nel 1905 l’edificio divenne la residenza del primo vescovo paraibano e tuttora il convento ospita la sede episcopale.
La cappella che si trova sulla destra della chiesa venne costruita in più riprese e fu conclusa nel 1777, all’interno sono custodite diverse opere d’arte.
Si continua la visita prendendo la Rua Conselhero Henriques, che inizia proprio da Praça Dom Adauto e ci si trova di fronte al Sobrado de Azulejos che fu la dimora di un importante notabile della città. L’edificio è completamente rivestito di azulejos trasportati appositamente dalla città di Porto in Portogallo. Questo palazzo del XVIII secolo costituisce uno dei più importanti e raffinati esempi d’architettura civile del Paraíba ed è stato restaurato nel 2000. Qualche isolato più a sud, in Rua General Osório, si trova l’Igreja e Monasterio de São Bento, edificato dai Benedettini in stile barocco. I frati giunsero in Paraiba nel 1590 e una volta stabilitisi fecero iniziare la costruzione del complesso religioso che divenne uno dei primi centri di culto del Brasile; la costruzione del convento terminò all’inizio del XVII secolo mentre la chiesa venne eretta nel secolo successivo. Il complesso venne chiuso nel 1921 a causa del conflitto intercorso tra i Benedettini e il Vescovo della città. Entrato a far parte del progetto Revitalização dos Centros Historicos fu restaurato e riaperto al pubblico nel 1995. Tutti i sabati alle 17 si tengono messe cantate e spesso si svolgono concerti di musica barocca. Sulla stessa strada, di fronte al Monastero, si trova l’Igreja de Nossa Senhora das Neves della seconda metà del XIX secolo, eretta sulle rovine della prima chiesa costruita in città, nel 1585. Possiede una torre campanaria con orologio e all’interno una immagine lignea della Madonna da Assunção. Poco distante si trova anche il Teatro Santa Roza costruito nel 1888, in stile neoclassico con influenze italiane, situato in Praça Pedro Américo, è uno dei più antichi del Paese e fu inaugurato qualche giorno prima della proclamazione della Repubblica (orario da lun. a ven. dalle 14 alle 18; sab. e dom. 16/20). Con lo stesso progetto di restauro del centro storico, in Praça Antenor Navarro, potrete ammirare una serie di bellissime case coloniali dai colori pastello.
Nelle vicinanze, tornando verso il centro, si trova Praça Presidente João Pessoa dove ha sede il Palácio da Redenção ex Convento Gesuita, ora sede del Governo del Paraiba. L’edificio risale al 1586 e nel suo giardino ospita la cripta dove sono custoditi i resti di João Pessoa. Sempre sulla piazza si affacciano: il palazzo che ospita la Facultade de Direito, ex Collegio Gesuita, anch’esso del 1586, ed il Palazzo di Giustizia.
Il percorso riprende in direzione nord risalendo Rua General Osório prima e Rua Duque de Caxias poi, si arriva proprio di fronte alla Igreja di São Francisco con l’annesso Convento di Sant’Antônio. Questa chiesa costituisce il monumento di maggior pregio della città. La costruzione del complesso fu iniziata nel 1589 dai frati francescani giunti in Paraíba per aiutare i gesuiti nella loro opera di catechizzazione degli indios locali. A causa dei vari conflitti che interessarono la zona in quegli anni i lavori vennero più volte interrotti e ripresi e la costruzione fu terminata solo nel 1788. I 200 anni di lavori diedero comunque vita ad un vero capolavoro. La chiesa è in stile barocco-rococò, con una torre campanaria posta sulla sinistra della facciata. Preceduta da un ampio sagrato lastricato con antiche pietre e delimitato da due muri laterali sui quali sono applicati sei pannelli di azulejos che rappresentano le stazioni della Passione di Cristo. All’inizio del grande piazzale di fronte alla chiesa è posta una grande croce lignea. All’ingresso sono posti due leoni e due mostri provenienti dalle prue delle navi dove erano usati per scacciare gli spiriti. All’interno il soffitto di 40 mt è completamente dipinto con scene tratte dalla vita di San Francesco, gli altari sono rivestiti d’oro, spettacolare è l’interno della cappella de Ordem Terceira annessa alla chiesa e le pitture sui soffitti con fantastiche prospettive. Nel convento sono ospitati un interessante Museo de Cultura Popolar ed un Centro Culturale (orario lun. dalle 14 alle 17; da mar. a sab. dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17; sono permesse solo visite guidate). A fianco della chiesa scende la ripida Ladeira di São Francisco che porta alla città bassa, al porto, alla stazione dei treni e degli autobus. Scendendo verso il vecchio Porto do Capim si trova sulla piazzetta di São Pedro l’ufficio turistico della PBtur e l’Hotel Globo. Questo interessante edificio, in stile neoclassico e Art Decó fu costruito nel 1928, dall’imprenditore alberghiero Henriques Siqueira detto O Marinheiro. L’albergo venne eretto in posizione privilegiata, vicino al Porto do Capim (principale centro commerciale della città) e per un ventennio costituì il punto d’incontro dell’alta società cittadina. Con l’inaugurazione del nuovo Porto de Cabedelo, nel 1935, l’hotel perse con gli anni la sua importanza e visse gli ultimi sprazzi di popolarità negli anni 40 e 50 quando funzionava solo come bar ed era il ritrovo degli artisti locali. Nel 1994, dopo un lungo periodo di chiusura e abbandono, fu completamente ristrutturato, dovrebbe tra poco ospitare l’Ambasciata Spagnola; sulla stessa piazzetta si trova l’Igreja Matriz São Frei Pedro Gonçalves del 1843, in stile neoclassico. Nella Praça José Américo de Almeida, nei pressi della chiesa Matriz, si trova anche l’Igreja do Rosário dos Prestos, del secolo XVII, costruita dagli schiavi ai quali era vietata l’entrata nella Matriz. Tutta questa zona è stata recentemente restaurata ed è quindi in ottime condizioni. Nella vicina Casa da Pólvora del 1710, l’antica Santabarbara, eretta sul fianco della collina che ospitava il nucleo primitivo della città, è attualmente ospitato il museo fotografico Walfredo Rodrigues con una collezione di foto d’epoca della città. All’interno dell’edificio si trova un bar dal quale si gode una bella vista del Rio Sanhauá e della campagna paraibana (orario dal lun. al ven. dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 17).
Cabedelo e Tambaú sono le spiaggie urbane della città, non particolarmente interessanti per la balneazione, sono prese d’assalto durante i fine settimana dagli abitanti. A pochi metri dalla spiaggia di Tambaú si trova Picãozinho, una bella barriera corallina che forma delle piscine dove è possibile fare il bagno assieme a centinaia di pesci colorati; per raggiungerla si prendono le imbarcazioni dalla spiaggia. Non distante si trova Areia Vermelha, un’isola di sabbia rossa, che emerge solo con la bassa merea, con pesci colorati e acqua turchese; per raggiungerla si prendono le imbarcazioni da Praia de Camboinhas. A Cabedelo si trova anche la Fortaleza de Santa Catarina del 1585, ancora in ottime condizioni .
Nell’ampio estuario del Rio Paraiba, alle spalle di Cabedelo si trova la spiaggia fluviale di Jacaré, luogo ideale per sedersi in qualche bar ad osservare il tramonto ascoltando il Bolero di Ravel suonato da incredibili saxofonisti. Per arrivare conviene avere l’auto perché con il bus, da João Pessoa per Cabedelo, occorre fare circa 2 km a piedi.
Sempre da Cabedelo, un ferry porta alla citta’ di Lucena dove sorge la barocca Igreja da Guia, del 1591. Considerata una delle chiese più belle del Brasile, pur essendo un po’ abbandonata, conserva una bella facciata con motivi di frutta, in uno stile considerato barocco-tropicale.
João Pessoa Cavalcanti de Albuquerque
João Pessoa, cugino di Epitácio Pessoa, Presidente della Repubblica del Brasile negli anni 20, divenne Presidente dello Stato del Paraíba nel 1928 e si distinse per le varie riforme populiste fatte alla struttura politico-amministrativa. Si scontrò con parecchi latifondisti conservatori in seguito alla creazione di un’imposta sui terreni che gli attirò l’odio di molti nemici. Schieratosi al fianco di Getulio Vargas, durante la campagna elettorale del 1929, fu proposto come vice presidente e l’opposizione cercò di accaparrarsi la sua fiducia, ma João Pessoa rispose con un NEGO (rifiuto), che ora appare scritto in grande sulla bandiera dello Stato del Paraíba.
La sua carriera venne poi stroncata da tre pallottole, sparate nel luglio del 1930, dal suo avversario politico João Dantas a Recife. Il fatto di sangue fece piombare il Brasile prima nel caos, in seguito negli anni bui della dittatura e della repressione militare che si trascinarono per decenni.
A pochi km a sud di João Pessoa si trova Cabo Branco con il Faro e il Santuário de Nossa Senhora da Penha. Il Faro è situato nella parte più orientale dell’America Latina e si gode un panorama bellissimo su tutto il litorale sia a nord che a sud della capitale. Il Santuario non è particolarmente bello, ma ha una parte dedicata agli ex voto, piena di gambe, braccia e organi del corpo riprodotti in legno o in silicone davvero curiosa.
Andando ancora a sud si arriva alle belle spiagge orlate da palme di Tambaba e Tabatinga.
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