Il parco di Jericoacoara occupa un piccolo lembo di costa di 200 Kmq nello stato di Ceará, la regione fu riconosciuta come APA (area di protezione ambientale) già nel 1984 per il suo prezioso ecosistema costituito da centinaia di dune mobili che cambiano costantemente forma e posizione sotto l’azione del vento che qui soffia incessantemente, dal 2002 l’area è stata trasformata in Parco Nazionale
Sull’etimologia della parola Jericoacoara esistono due differenti tesi, la prima fa risalire il significato alla parola Jacará (alligatore) dal momento che la forma della collina di Serrote, unico promontorio roccioso della zona, assomiglia vagamente ad un alligatore, la seconda e forse più plausibile, vede nel nome l’unione di due parole della lingua degli indios Tupi-Guaraní, la prima è Yuruco e significa buca e la seconda è Cuará che vuol dire tartaruga, con riferimento al fatto che un tempo le tartarughe venivano a deporre qui le uova.
Il villaggio di Jericoacoara, Jerico come viene chiamato dai suoi abitanti, è un piccolo agglomerato di case situato sulla punta di un aspro promontorio roccioso proteso verso il mare alle sue spalle si estende la vasta zona desertica di dune mobili che raggiungono altezze massime di quaranta metri. Il parco può essere considerato un riuscito esperimento di convivenza tra uomo e natura, l’abitato si è sviluppato in funzione di un turismo rispettoso della natura anche grazie al rigido regolamento imposto dall’ IBAMA.
Quando venne istituita l’APA il villaggio era costituito da poche baracche di pescatori battute dal vento e completamente isolate dal mondo, i pochi viaggiatori che vi giungevano ne conoscevano l’esistenza grazie al passaparola di chi, prima di loro,
era rimasto affascinato dalla bellezza del luogo.
Un alone di mistero, quasi leggendario, ha avvolto la regione per anni, fino al giorno in cui, era il 1994, la rivista statunitense Washington Post Magazine inserì Jerico al decimo posto della sua classifica di spiagge più belle del mondo, improvvisamente questo piccolo fazzoletto di terra balzò all’attenzione delle cronache mondiali e con la notorietà cominciarono ad arrivare come avvoltoi gli speculatori del settore con i loro progetti carichi di cemento. La prospettiva di attirare gli investimenti delle grandi Holding turistiche in una regione così sperduta fecero immediatamente abbassare la guardia all’Ibama che cominciò a concedere alcune licenze edilizie contravvenendo al regolamento dell’APA che vietava la costruzione di nuovi edifici. Il fatto mise subito in allarme gli abitanti del luogo che si erano ormai trasformati da pescatori in avventori di piccole Pousadas e che, si sarebbero visti scippare della loro attività dalle grandi catene alberghiere, fu così costituito un movimento cittadino di difesa del territorio, al quale aderirono anche gruppi ambientalisti. Cominciò una dura lotta burocratica con il governo, finalmente nel 2002, grazie anche alle imminenti elezioni politiche, gli abitanti di Jerico riuscirono a convincere le autorità che la salvaguardia di quel raro ecosistema andava ben oltre gli interessi economici e così fu istituito il Parco Nazionale di Jericoacoara. Vennero ripristinate e, in alcuni casi inasprite, le regole per la conservazione. Oggi nella regione non solo è vietato edificare al di fuori di stretti parametri architettonici, ma non possono nemmeno essere costruite strade asfaltate. In questo modo il turismo viene limitato e selezionato garantendo un buon equilibrio tra la presenza dell’uomo e la natura circostante.
Impossibile dare un tempo di sosta in questo Eden dipende dall’innamoramento. Abbiamo visto persone fermarsi qua per tutta la vacanza.
Il parco e le escursioni
Jericoacoara è un luogo permeato da un’atmosfera affascinante, il traffico è quasi inesistente, circolano solo pochi buggy e alcune Jeep, le strade, anche quelle all’interno del villaggio, sono di sabbia l’illuminazione pubblica non esiste, l’unico modo per arrivarvi è in autobus (o auto privata) da Fortaleza, il viaggio dura circa otto ore e termina al villaggio di Jijoca de Jericoacoara dove si scende dal comodo bus di linea con aria condizionata e si sale su un torpedone aperto ai lati simile a quelli di molti paesi dei Carabi. Questo colorato mezzo copre l’ultimo tratto di strada seguendo una pista che scorre lungo la spiaggia per una quindicina di chilometri. Arrivando nel tardo pomeriggio si potrà assistere al primo fantastico tramonto su Jerico.
Quello che più colpisce quando si arriva è lo scenario, il villaggio è stretto tra la collina rocciosa di Serrote da una parte e le alte dune di sabbia bianca dall’altra, in mezzo l’oceano immenso. Jerico sorge sulla punta di una lunga e stretta penisola che si estende verso nord, questa caratteristica la rende una delle poche località della costa Brasiliana dove è possibile ammirare sia l’alba che il tramonto. Alla periferia ovest del villaggio si erge una duna alta quaranta metri dove si consuma uno dei riti del villaggio, una piccola folla si raduna qui a contemplare il tramonto e a praticare il sundboard (surf sulle dune); il por do sol (tramonto) è uno dei momenti più magici che Jerico può offrire ed una volta che il disco arancione viene completamente inghiottito dal mare la vita si sposta sulla spiaggia sottostante la duna dove si svolgono competizioni di Capoeira e partite di calcio.
Jerico è frequentata perlopiù da appassionati di surf e windsurf per i quali questo è un vero e proprio paradiso solitamente si ritrovano sulle spiagge situate a nord del villaggio, sulla rimanente distesa chilometrica di arena deserta che si estende a est e ovest si può camminare per ore senza incontrare anima viva. All’interno del parco si possono effettuare trekking, escursioni a cavallo o in buggy alla scoperta di un fantastico paesaggio incontaminato e selvaggio. Il ricordo di Jerico resterà impresso nella vostra mente, tanti europei ne sono rimasti talmente colpiti da aver deciso di trasferirsi qua per sempre.
Trekking al Serrote
Questa escursione a piedi comincia da Praia Malhada, sulla punta settentrionale della penisola, per arrivare alla spiaggia si attraversa il villaggio in direzione nord oltrepassando l’antica chiesa in pietra fino a giungere all’altezza del cimitero dove un sentiero si inerpica sul promontorio seguendo il profilo della costa. Salendo la visuale si allarga e permette di vedere una serie di piccole baie esposte all’azione di potenti onde, sono le spiagge dei surfisti che aspettano a decine l’onda giusta galleggiando sulle loro tavole. Il sentiero continua a seguire il promontorio girando a mezza costa, ad un certo punto si divide in una serie di piste. Seguendo la traccia che punta verso il basso, si raggiunge la Pedra Furada, una grande roccia nella quale l’erosione causata dalle onde ha scavato un foro, da questo punto si può continuare, solo se la marea è bassa, fino ad una serie di piscine naturali dove si può fare il bagno. Quando c’è l’alta marea si può risalire verso la cima del promontorio ed arrivare al vecchio faro posto sul punto più alto della collina da dove si può ammirare in tutta la sua estensione il deserto di dune alle spalle di Jerico, anche questo è un posto fantastico per assistere al tramonto: il sole basso disegna giochi di luci e ombre sulle dune regalando contrasti dai colori incredibili. Dal faro una mulattiera scende ripida al villaggio in pochi minuti. Questa escursione si può effettuare anche a cavallo per un costo approssimativo di R$ 10 all’ora.
Camminate sul litorale ovest
La costa che si sviluppa verso Ovest da Jericoacoara è un’unica spiaggia lunga chilometri, al mattino con la bassa marea è necessario camminare parecchie decine di metri per raggiungere il mare. Seguendo il bagnasciuga si possono fare lunghe passeggiate in mezzo alle dune fino alle oasi di palme che come un miraggio sbucano all’orizzonte. La prima di queste si chiama Sitio dos Coqueiros (40” da Jerico), una bellissima distesa di palme da cocco che ospita anche un campeggio con bungalows,non molto frequentato. Tra le palme si trova una bella laguna formata da un torrente che sfocia in mare. Camminando altri 7 km oltre Sitio dos Coqueiros si giunge al piccolo villaggio di pescatori di Mangue Seco. Nelle vicinanze si incontra una piccola laguna circondata dalle dune e contornata da una sottile fascia di mangrovie secche. Il contrasto tra i rami spogli delle mangrovie e il bianco intenso delle dune ricorda un paesaggio invernale con la neve.
Escursione in buggy a Tatajuba
Da Jerico è possibile noleggiare un buggy per circa R$ 50/60 e andare fino a Tatajuba. Questo villaggio di pescatori situato a 33 km da Jerico è stato ricostruito dopo che il vecchi insediamento venne completamente sepolto dalle dune mobili, nei dintorni si trovano alcune dune “morte” così chiamate perché un processo di cristallizzazione sta lentamente solidificando la sabbia, volendo è possibile prenotare a Tatajuba e tornare il giorno dopo.
Escursione in jeep alle lagune
Per questo itinerario, che dura un’intera giornata è necessario noleggiare un fuoristrada. Il prezzo per uno di questi mezzi si aggira intorno ai R$ 200/250. La capacità delle jeep è di sei persone e di solito si riesce a trovare un gruppetto per dividere il costo.
Il percorso segue la pista sulla spiaggia che conduce Jijoca, poco prima di lasciare il litorale la jeep solitamente effettua una sosta su una delle alte dune dalla quale è possibile osservare l’estendersi della costa orientale, più selvaggia e battuta da alte onde. In questa zona il vento è molto forte e solleva alti mulinelli di sabbia avvolgendo tutto in una fitta coltre di polvere. Passata Jijoca si continua verso la Lagoa Azul, una bellissima laguna con acque cristalline le cui tonalità di azzurro e verde ricordano il mare dei carabi e creano un magico contrasto con le bianche dune che s’innalzano tutto intorno. Arrivati ad un certo punto si lascia la macchina e si raggiunge un’isoletta con una piccola zattera sulla quale sorge un ristorante e dove è possibile fare un bel bagno, al bar noleggiano anche maschera e pinne. Il tour prosegue con la visita alla Lagoa do Paraiso, attrezzata per il windsurf, è una meta turistica molto ricercata varie pousadas e ristoranti anche di gran lusso. Il rientro a Jerico avviene attraversando il deserto, questa è sicuramente la parte più emozionante del viaggio perché è un continuo saliscendi tra le dune con fantastici scorci panoramici.
Comments