Impossibile non innamorarsi di Salvador da Bahia.
La città magica dove «accadono eventi che non sarebbero potuti accadere in nessuna altra parte» (da Santa Barbara dei Fulmini di J.Amado).
Nessuno meglio del grande scrittore bahiano è riuscito a scrivere e a descrivere questa città. Salvador, dai mille volti, dai ritmi scatenati. Città della musica e del Carnevale, della capoeira e dei riti del Condomblé.
Patrimonio dell’Umanità, dal cuore barocco che pulsa; città che si muove e affascina come la più conturbante e sfrontata delle donne.
Localizzata nella Baía de Todos os Santos ha un panorama da scenografia cinematografica, le acque calme e azzurre e le chiese bianche lasciano incantati. Nel 1763 fu la capitale della Corona Portoghese nelle Americhe e conserva chiese e monumenti coloniali di grande interesse.
La storia
Il primo bianco a sbarcare nella baia fu, nel 1501, Amerigo Vespucci il quale, dice la leggenda, che rimase talmente incantato dalla bellezza e dall’ampiezza del luogo da chiamarlo Bahia de Todos os Santos (Baia di Tutti i Santi), anche se un’altra versione dice che il nome deriva dal fatto che il giorno dello sbarco era il primo novembre, giorno di Ognissanti. Appena arrivati i colonizzatori costruirono la prima chiesa del Paese dedicata a São Francisco.
In quest’epoca il litorale bahiano era abitato da tre nazioni indigene di lingua Tupi, i Tupinambás, i Tupiniquins e gli Aimorés che furono utilizzati come schiavi e lentamente decimati.
Quando nel 1534 il Brasile venne diviso in Capitanie ereditarie, l’attuale Stato fu ripartito subito in tre poi in cinque regioni, in seguito all’abolizione delle Capitanie la corona Portoghese istituì un Governo generale e Bahia fu la prima delle Capitanie ereditarie ad essere trasformata in Capitania Reale.
Tomé de Souza, nel 1539, fu nominato, dal Re del Portogallo, primo Governatore generale e installò il governo coloniale del Brasile. In onore di Gesù Cristo il Salvatore la Corte portoghese fece inoltre costruire una cittadina fortificata che divenne capitale del Paese. La città venne eretta nel punto più alto e difendibile, l’odierno Pelourinho, esattamente di fronte al porto. La costa alta circa 90 mt aiutava a difendere la città dagli attacchi dei nemici.
Eldorado d’avventurieri e ponte commerciale tra Europa e Americhe fu per secoli la città più importante del Brasile. Divenne ricchissima grazie prima alla canna da zucchero poi con le coltivazioni del tabacco e l’allevamento del bestiame. L’oro e i diamanti che furono scoperti nella Chapada Diamantina ricoprirono in seguito la città di bei monumenti, chiese dorate, dando avvio all’intenso traffico di schiavi. Il numero dei neri importati era altissimo tanto da arrivare a coprire la metà della popolazione. Le fortune della capitale attirarono l’attenzione degli altri paesi europei che misero in opera varie spedizioni per conquistarla. Tanto che nell’anno 1623 fu occupata dagli Olandesi che riuscirono a stanziarvisi solo un anno. Ritentarono ancora l’assedio nel 1638, con Maurício de Nassau, ma l’esito dell’attacco fu negativo.
Nel 1655 entrò, per la prima volta nello Stato di Bahia, il cacao portando ulteriori guadagni e ricchezze per la città, ma nel 1763, con la crisi della canna da zucchero, Salvador perdette il titolo di capitale perchè l’interesse del Portogallo si spostò a Rio dopo la scoperta dell’oro nel Minas Gerais.
Da questo momento iniziò un periodo di grossa decadenza economica che generò un forte odio nei confronti dei Lusitani culminando nel 1798 nella Conjuração Bahiana.
L’interno dello Stato continuò ad impoverirsi, la popolazione moriva di fame e le tensioni politiche sfociarono nella Guerra di Canudos.
Guerra di Canudos
Questa rivolta fu una delle più sanguinose della storia brasiliana in un solo anno, dal 1896 al 1897 morirono in tutto venticinquemila persone e fu distrutta l’intera città di Canudos, palco della guerra. Il movimento politico e religioso nacque nel cuore dello Stato di Bahia e nella battaglia furono mobilitati dodicimila soldati distribuiti in quattro spedizioni militari.
La situazione nel Nordest brasiliano in quest’epoca era davvero disastrosa, in particolare nello Stato di Bahia, fame, miseria e siccità avevano reso la vita della popolazione insostenibile e la violenza era parte della vita quotidiana. Tutta la situazione fu aggravata dal fanatismo religioso che generò un clima sociale davvero precario. Da questo profilo storico emerse la figura di Antônio Vincente Mendes Maciel, detto Antônio Conselheiro, un predicatore che aveva attraversto il Sertão sostenendo e aiutando i poveri. Conselheiro, si autodefiniva inviato da Dio con lo scopo di difendere e liberare le minoranze e fu ben presto attorniato da centinaia di fedeli che assieme a lui fondarono la città di Canudos.
Il leader, venerato dai suoi seguaci, iniziò ad organizzare la comunità degli ex schiavi e della povera gente, tutto fu equamente suddiviso. I compiti erano assegnati in base alle capacità e alle vocazioni e si provvedeva alle necessità di tutta la comunità. La città funzionava in completa armonia e andò ingrandendosi richiamando tutti i poveri e gli emarginati delle regioni circostanti, la popolazione arrivò a contare 30.000 persone e Canudos divenne la seconda città, nello Stato, dopo Salvador creando anche un proprio esercito.
Venne considerata la prima esperienza socialista svilupattasi nel mondo.
Le idee di libertà, anche se sotto i principi e le rigidità della chiesa, non piacquero al Governo di Bahia che, usando come pretesto alcuni furti e atti di violenza accaduti nella regione, organizzò un esercito per estirpare il problema all’origine.
L’eroica resistenza della popolazione durò quasi un anno e arrivarono ben quattro battaglioni per schiacciarla. Il massacro fu orribile: i prigionieri di sesso maschile furono tutti torturati e decapitati, le donne e i bambini furono salvati solo per mandarli nelle case di tolleranza di Salvador, la città fu fatta saltare in aria, non ne rimasero che le macerie.
Questi avvenimenti ispirarono una serie di libri e film tra i quali, i libri Os Sertões di Euclides da Cunha e Guerra della fine del Mondo di Mario Vargas Llosa e il film Canudos di Sergio Rezende.
Nel 1808, Salvador divenne il nascondiglio della Famiglia Reale portoghese che sfuggiva agli attacchi di Napoleone in Europa. Il re fondò nella città, in questo periodo, la prima facoltà di medicina del Paese e la riportò all’originario splendore.
Nel 1823, dopo un anno dalla dichiarazione d’indipendenza del Brasile, Bahia fu occupata dai portoghesi di Madeira de Melo: la pace ritornò solo a luglio con la sconfitta delle truppe occupanti, ma nel frattempo l’economia basata sull’agricoltura cadeva sempre più in crisi.
Nel 1843 furono scoperti giacimenti diamantiferi che ridiedero vigore allo Stato fino alla crisi mondiale del 1929 che mise in ginocchio sia l’agricoltura che l’estrazione mineraria.
Iniziò così il declino e la stagnazione economica che durò per gran parte del XIX e del XX secolo. Solo recentemente la città sta iniziando a rinascere con la creazione di nuove industrie e con l’arrivo del turismo.
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