Capitale dello Stato del Maranhão situata sull’isola omonima e bagnata dai fiumi di Anil e Bacanga. Venne fondata dai francesi nel 1612 che le diedero il nome del re Luigi XIII e che speravano di creare la «Francia Equatoriale» si allearono quindi con gli indios Tupinambá per combattere i portoghesi. I lusitani infransero nel 1615 il loro sogno conquistando queste terre riappacificandosi con gli indios e scacciandoli per sempre. Rimasta poi nelle mani dei portoghesi tranne che per un breve periodo dal 1641 al 1644 quando fu occupata dagli olandesi.
Il centro storico, arricchito dal susseguirsi dei vari conquistatori, porta i turisti in un viaggio nel tempo: case coloniali, facciate con azulejos (le tipiche piastrelle di ceramica azzurre o blu), balconi in ferro battuto, finestre e porte monumentali fanno di questa città un museo all’aria aperta. Buona parte del centro storico è stata restaurata grazie al Projeto Reviver e la bellezza della città l’ha fatta entrare nel 1997 tra i Patrimoni dell’Umanità sotto tutela dell’Unesco. Dei 3.500 palazzi storici di São Luís la maggior parte furono costruiti nella seconda metà del XVIII secolo che fu il momento di massimo splendore della città, sono tutti vicini e facilmente raggiungibili a piedi. Nella zona storica non avrete bisogno di alcun mezzo.
Il fiume Anil divide la capitale in due parti, in una il centro storico con strette strade e antichi palazzi, dall’altra il bairro São Francisco la città moderna con grattacieli e centri commerciali se non dovete fare acquisti particolari la parte moderna può non essere visitata. Unisce le due zone il ponte Josè Sarney.
La zona monumentale è distribuita principalmente nei quartieri di Praia Grande, Desterro e Portino la visita richiede almeno un giorno.
Anche se molti palazzi sono stati restaurati e utilizzati a scopi turistici tante costruzioni, data l’enorme mole di lavoro sono ancora malridotte e alcune completamente in rovina. Molti vecchi edifici sono adibiti a fatiscenti abitazioni e occupati da povera gente questo dona alla città un fascino particolare di decadenza. Camminando per le strette viuzze capita spesso di incontrare gatti e cani randagi che giocano con i bimbi in cortili decorati o donne con i bigodini che chiacchierano sedute davanti ad antichi portoni. Possibile farsi impressionare dalle storie di fantasmi che vengono raccontate tra le quali quella di Rua Grande dove viveva nel XIX secolo Ana Jansen, importante figura politica dei tempi, famosa per le torture fatte ai suoi numerosi schiavi. Si dice che nelle notti senza luna si senta ancora passare la sua carrozza guidata da uno schiavo senza testa e trainata da cavalli anch’essi senza testa.
Partendo con la visita da Praia Grande incontriamo palazzi che, come a Lisbona, hanno le facciate ricoperte di azulejos. Chi pensa che furono i Maranhensi a copiare dai portoghesi questo stile architettonico si sbaglia, in realtà fu il contrario. Gli azulejos venivano usati dai lusitani solo come decorazione e per gli interni; gli abitanti di São Luís misero le piastrelle di ceramica per proteggere le loro case dal caldo e dall’umidità e l’effetto piacque così tanto ai portoghesi che lo adottarono oltre oceano. In questa zona troverete bar, ristoranti, teatri e cinema. Presso Rua da Alfândega si trova il Centro do Criatividade dove avvengono spettacoli, esposizioni e vi si trova anche un piccolo mercato.
I Musei di Arte Visual e Arte Popular sono anch’essi all’interno dell’area del Projeto Reviver che ha ridato vita a ben 200 edifici tra i quali il Cafua das Mercês dove una volta si teneva il mercato degli schiavi neri e che non possiede finestre, tanto per dare un’idea di come erano tenuti questi uomini. All’interno si trova l’interessante Museo do Negro.
Sulla Praça Dom Pedro II gli altri importanti monumenti della città: il Palácio dos Leões, costruito nel 1615 sulle rovine di un forte francese, ha una bella terrazza con vista della baia dal qui si ha una perfetta visione delle incredibili maree (durante il giorno la marea può alzarsi fino ad 8 mt l’effetto è davvero unico, nel primo pomeriggio la città cambia come per magia e al posto dell’acqua appare una lunghissima striscia di sabbia), questo bel palazzo fu sede del Governo fino al 1993. Continuando nella stessa piazza si incontra la Catedral da Sé costruita dai Gesuiti nel 1726, la Igreja do Carmo sorta nel 1627, una delle più antiche della città e in Rua do Sol il Teatro Azevedo, completamente restaurato e primo teatro multimediale del paese con apparecchiature di illuminazione, suono e video di ultimissima generazione. Nella Rua da Riberão la bella fonte da Riberão del 1796 i cui tre portoni in ferro danno l’accesso ai famosi sotterranei di São Luís.
Il sottosuolo, ricco di gallerie quasi interamente conservate ed alte fino a 2 mt che collegano gli edifici del centro al mare, ha dato vita a parecchie leggende. Pare tra l’altro che ospiti il Serpente da Ilha (serpente dell’isola). Questo grosso rettile, pare che continuerà a crescere fino a quando la coda toccherà la testa abbracciando l’isola con tanta forza da trascinarla in mare aperto.
Il Convento das Mercês inaugurato nel 1654 da Padre Antônio Vieira è una grandiosa opera d’architettura religiosa missionaria, all’interno si trovano: la Fondazione della Memória Republicana, il Memorial José Sarney e il Centro di Ricerca della Storia Republicana. All’interno di un piccolo giardino, sulla stessa direzione del Convento, merita una visita la bella Fonte das Pedras in Rua Antônio Rayol che fu costruita dagli Olandesi. Non lontano il mercato generale con numerosi negozi di artigianato.
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Le navi degli schiavi provenienti dal Caribe hanno lasciato una particolarità: São Luís è diventata la capitale brasiliana del reggae. Il ritmo della notte è lo stesso suonato in Jamaica e nei fine settimana tutti i locali mettono grosse casse acustiche per strada.
Si balla reggae, fino a mattino inoltrato, soprattutto tra Rua Portugal e Rua do Commercio; altri locali dove si balla e si suona il reggae sono il Bagdad Café (Av.Edson Brandão), il Canto da Ilha (Santo Amaro) e il Praia Reggae Club (Ponta d’Areia). Per chi preferisce il samba consigliamo il Fundo do Quintal (Rua Alegria). Se amate i concerti dal vivo di Musica Popolare il locale migliore è lo Zanzibar in Avenida Litoranea.
Alcântara
Alcântara si trova ad un’ora di barca da São Luís (traghetto alle 9 e alle 14, ritorno alle 16 o con catamarano alle 14, causa bassa marea il catamarano vi lascerà nella parte nuova di São Luís), partenza dall’hidroviária (terminal dei traghetti).
La storia di questa città è particolare: il re Dom Pedro II aveva promesso una visita del Paese così i ricchi latifondisti della zona iniziarono a costruire palazzi, strade e chiese con grande sfarzo e sfoggio di ricchezza in una specie di gara di ospitalità. Furono costruiti circa trecento palazzi, e tre nuove piazze, tutto per nulla il re non si presentò mai all’appuntamento e Alcântara fu lentamente abbandonata.
Pur avendo bisogno di un po’ di cure la visita merita sicuramente; facile escursione che si può effettuare in una mezza giornata, per gustarsi appieno il fascino di questo piccolo gioiello coloniale consigliamo comunque di dormirvi almeno una notte.
Una dei vantaggi di Alcântara è che è rimasta ferma nel tempo e il visitatore lo riesce a visitare tutta con una semplice passeggiata sulle tranquille strade ancora acciottolate.
Le attrattive cominciano già scendendo dalla barca del porto di Jacaré e percorrendo la salita che conduce al cuore della città. Il centro della città è un largo piazzale, Praça Matriz, con al centro il pelourinho (palo su cui erano fustigati gli schiavi) e le rovine della Igreja Matriz. Sempre sulla piazza il Museo Histórico. Dalla chiesa della Matriz parte Rua Grande con delle belle case coloniali su due piani e l’Igreja N.S. do Carmo.
Nei pressi della città si trova il Centro Aerospaziale il cui Museo con tutte le spiegazioni sulla base si trova nei pressi della Igreja de N.S. do Rosário.
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